Città del Vaticano , 01 June, 2022 / 9:22 AM
Abbandono, inganno, prevaricazione e prepotenza, a volte si accaniscono sull’anziano.
"Una forma di viltà nella quale ci stiamo specializzando in questa nostra società. Non manca, infatti, chi approfitta dell’età dell’anziano, per imbrogliarlo, per intimidirlo in mille modi". Lo ha detto il Papa questa mattina nella catechesi dell'udienza generale. La preghiera dell'anziano è stato il tema di oggi con una denuncia verso la società che mette a rischio gli anziani. "Spesso leggiamo sui giornali o ascoltiamo notizie di anziani che vengono raggirati senza scrupolo per impadronirsi dei loro risparmi; o che sono lasciati privi di protezione e abbandonati senza cure; oppure offesi da forme di disprezzo e intimiditi perché rinuncino ai loro diritti. Anche nelle famiglie accadono tali crudeltà, anziani abbandonati e scartati nelle case di riposo(…)
L’intera società deve affrettarsi a prendersi cura dei suoi vecchi, sono un tesoro, sempre più numerosi, e spesso anche più abbandonati. Quando sentiamo di anziani che sono espropriati della loro autonomia, della loro sicurezza, persino della loro abitazione, comprendiamo che l’ambivalenza della società di oggi nei confronti dell’età anziana non è un problema di emergenze occasionali, ma un tratto di quella cultura dello scarto che avvelena il mondo in cui viviamo".
Il Papa, continuando il ciclo di catechesi sulla Vecchiaia, incentra la sua riflessione sul tema «Non mi abbandonare quando declinano le mie forze» (Sal 71,9) (Lettura: Sal 71,5-6.20-21).
Succede che dice il Papa, "siamo tutti tentati di nascondere la nostra vulnerabilità, di nascondere la nostra malattia, la nostra età, la nostra vecchiaia, perché temiamo che siano l’anticamera della nostra perdita di dignità. Domandiamoci: è umano indurre questo sentimento? Come mai la civiltà moderna, così progredita ed efficiente, è così a disagio nei confronti della malattia e della vecchiaia? E come mai la politica, che si mostra tanto impegnata nel definire i limiti di una sopravvivenza dignitosa, nello stesso tempo è insensibile alla dignità di una affettuosa convivenza con i vecchi e i malati?"
Ma ecco che la preghiera "testimonia la fedeltà di Dio e chiama in causa la sua capacità di scuotere le coscienze deviate dalla insensibilità per la parabola della vita mortale, che va custodita nella sua integrità". E del resto la "la vergogna dovrebbe cadere su coloro che approfittano della debolezza della malattia e della vecchiaia. La preghiera rinnova nel cuore dell’anziano la promessa della fedeltà e della benedizione di Dio".
E il Papa conclude parlando del "“magistero della fragilità”, che la vecchiaia è in grado di rammentare in modo credibile per l’intero arco della vita umana. Questo magistero apre un orizzonte decisivo per la riforma della nostra stessa civiltà. Una riforma ormai indispensabile a beneficio della convivenza di tutti. L’emarginazione – concettuale e pratica – della vecchiaia corrompe tutte le stagioni della vita, non solo quella dell’anzianità. Il Signore conceda agli anziani che fanno parte della Chiesa la generosità di questa invocazione e di questa provocazione. Per il bene di tutti".
Al termine dell'udienza il Papa ha detto: “Per favore, non si usi il grano, alimento di base, come arma di guerra!(...) “Desta grande preoccupazione il blocco delle esportazioni di grano dall’Ucraina, da cui dipende la vita di milioni di persone, specialmente dei Paesi più poveri”, le parole di Francesco: “Rivolgo un accorato appello affinché si faccia ogni sforzo per risolvere tale questione e per garantire il diritto umano e universale a nutrirsi. Per favore, non si usi il grano, alimento di base, come arma di guerra!”.
Aggiornata ora 10.15
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