Città del Vaticano , 17 March, 2022 / 9:00 AM
La prima cosa che si nota scorrendo l’indice del primo tomo dell’ VIII volume dell’ Opera Omnia di Joseph Ratzinger- Benedetto XVI è la straordinaria attualità.
Il tema centrale è l’ecclesiologia che si unisce poi all’ecumenismo. In pratica il tema che il giovane teologo Ratzinger affrontò al Concilio Vaticano II come perito del cardinale Frings.
E le prime pagine parlano della “Fraternità cristiana”, un tema che è un invito al dialogo come scrive in poche righe di introduzione al testo originale degli anni ’60.
La seconda parte, “Origine, natura e missione della Chiesa” è ancora più accattivante, fin dalla introduzione scritta con l’agilità narrativa di un giornalista. E quello che emerge è che fondamentalmente dal Concilio non è cambiato quasi nulla nella percezione della Chiesa da parte della società.
Sentite cosa scrive il teologo Ratzinger nel 1970: “ La parola Chiesa oggi non suona affatto bene(…) ogni giorno sentiamo di nuovi difetti dei suoi ministri”. E ancora. “Abbiamo spesso l’impressione(…) che impone pesi agli uomini invece di favorire la loro libertà”.
Ecco la Chiesa vista come immobile e nemica invece che come Sacramento di Salvezza, come realtà che ha “dato agli uomini, in tutti i secoli, una coscienza della intima dignità che nessuno può strappare loro”.
Il viaggio nella ecclesiologia di Joseph Ratzinger inizia così e accompagna il lettore, attraverso la storia della Chiesa alla realtà della Salvezza per l’uomo, fino a quella idea di Comunione che Benedetto XVI tanto ama.
Teologia ma anche pastorale con alcuni discorsi agli “assistenti pastorali” e alla presentazione del Documento “ Memoria e riconciliazione” che la Commissione teologica internazionale pubblicò nel 2000, risposte ai giornalisti comprese.
All struttura di Comunione della Chiesa è dedicata la parte D del volume che ha un’ampia sezione dedicata al Sinodo dei vescovi. Anche questo è tema attualissimo e rileggerlo in un periodo pre sinodale non è certo un compito per teologi, ma per ogni fedele che voglia davvero essere Popolo di Dio in cammin, anche se è stata scritta nel 1985.
A concludere il volume c’è una parte dedicata al Primato di Pietro. Tema dibattuto fino a qualche anno fa, oggi un po’ dimenticato dal dibattito perché all’apparenza più dottrinale che pastorale.
Joseph Ratzinger spiega in vari scritti tra cui testi per le lezioni e omelie. Come quella del 1991 sul “Primato dell’amore” scritta e trasmessa via radio nel 1991 in cui descrive l’altare della Cattedra di san Pietro: “ La Chiesa- scrive- non è governata da decisioni prese a maggioranza, ma dalla fede che matura nell’incontro con Cristo nella celebrazione eucaristica”.
Il volume con le sue quasi mille pagine non è certo una lettura da spiaggia, ma è assolutamente accessibile anche a chi non sa nulla di teologia. Inoltre per gli studiosi il ricco apparto bibliografico e di indicazioni editoriali permette di ripercorrere la nascita di ogni testo e il suo apporto nel dibattito dentro e fuori la Chiesa. Come il dialogo nei seminari di studio sui Movimento ecclesiali nel 1999 dove a porre le domande al Prefetto per la Dottrina della Fede sono vescovi e cardinali di ogni parte del mondo.
Si può concludere con alcune frasi del curatore dell’ Opera Omnia, il cardinale Müller. “ La teologia non può restare un discorso circoscritto agli esperti.Essa deve diventare accessibile agli uomini, così da aprire a Dio la loro esistenza religiosa e morale e trasmettere a loro il messaggio di Cristo”.
La edizione italiana del volume arriva 12 anni dopo quella tedesca.
In questi giorni ci sono state alcune presentazioni del volume, come quella alla Gregoriana nel pomeriggio di ieri, e quella al Camposanto Teutonico qualche settimana fa.
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