Mar Elian, 01 February, 2022 / 9:00 AM
Era stato profanato nel 2016 dai miliziani jihadisti dell’ISIS, ed è rimasto semidistrutto da allora. Ma ora potrebbe esserci nuova vita per il monastero Mar Elian, nella periferia della città siriana di Qaryatayn. Lo ha annunciato padre Jacques Mourad, il monaco della comunità di Mar Mousa che era retore del monastero e che fu rapito dall’ISIS il 15 maggio 2015, e rimase nelle mani dei miliziani per cinque mesi, prima in isolamento e poi con più di 150 cristiani di Qaryatayn.
Padre Mourad ha reso noto in un messaggio, inviato tra gli altri all’agenzia Fides della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che la ricostruzione del monastero sarà possibile grazie a un accordo tra l’arcieparchia siro-cattolica di Homs, Hama e NAbk e la comunità monastica di Mar Mousa.
Nel messaggio, Mourad ha delineato anche il piano di rinascita del monastero. Prima, verranno ripiantumati vigneti e oliveti sui terreni intorno al monastero, e verranno ricostruite le mura di cinta e le porte di accesso. Il secondo step prevede il ritorno dei cristiani che abitavano a Qaryatayn e che sono stati costretti a fuggire durante la guerra. Attualmente, infatti, ci sono nell’area circa 10 mila musulmani, ma solo 26 cristiani. Si tratta, insomma, di ricostruire la comunità parrocchiale.
Per favorire questo ritorno, sarà sostenuta la ricostruzione delle loro case e saranno rilanciate anche le coltivazioni e le altre attività che garantivano la loro indipendenza economica prima del conflitto in Siria, che si protrae ormai da 11 anni.
Solo dopo, il monastero sarà effettivamente ricostruito, insieme alla chiesa parrocchiale. Oltre a questo, si riavvieranno le opere di recupero archeologico intorno alle tombe del santo.
Il monastero era stato affidato prima del conflitto alla comunità di Deir Mar Mousa, fondata da padre Paolo Dall’Oglio, rapito nel 2013 e di cui non si sono più avute le tracce. La comunità aveva contribuito alla rifioritura del monastero, sorto intorno alla tomba di Mar Elian. Quando l’ISIS distrusse il monastero, si accanì anche contro le reliquie del santo, che furono sparse intorno al sepolcro. Eppure, queste reliquie non erano andate perdute. Quasi miracolosamente, le reliquie erano state ritrovate e trasferite ad Homs nell’aprile 2016.
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