Città del Vaticano , 23 January, 2022 / 10:20 AM
Oggi è una Domenica speciale, una Domenica con al centro il Vangelo, con Dio e la sua Parola. Papa Francesco celebra la Santa Messa nella Basilica Vaticana in occasione della III Giornata della Parola di Dio. Nel corso della Celebrazione Eucaristica, per la prima volta, con un nuovo rito preparato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il Papa conferisce a uomini e donne laici provenienti da diversi Paesi del mondo il ministero del Lettorato e il ministero del Catechista.
"Nella prima Lettura e nel Vangelo troviamo due gesti paralleli: il sacerdote Esdra pone in alto il libro della legge di Dio, lo apre e lo proclama davanti a tutto il popolo; Gesù, nella sinagoga di Nazaret, apre il rotolo della Sacra Scrittura e legge un passo del profeta Isaia davanti a tutti. Sono due scene che ci comunicano una realtà fondamentale: al centro della vita del popolo santo di Dio e del cammino della fede non ci siamo noi, con le nostre parole. Al centro c’è Dio con la sua Parola", commenta subito così il Papa nella sua omelia.
"La Parola di Dio non è più una promessa, ma si è realizzata. In Gesù si è fatta carne. Per opera dello Spirito Santo è venuta ad abitare in mezzo a noi e vuole dimorare in noi, per colmare le nostre attese e sanare le nostre ferite - sottolinea il Pontefice - la Parola svela Dio e la Parola ci porta all’uomo".
La Parola svela Dio. "Non è un padrone arroccato nei cieli, ma un Padre che segue i nostri passi. Non è un freddo osservatore distaccato e impassibile, ma il Dio-con-noi, che si appassiona alla nostra vita e si coinvolge fino a piangere le nostre lacrime. Non è un dio neutrale e indifferente, ma lo Spirito amante dell’uomo, che ci difende, ci consiglia, prende posizione a nostro favore, si mette in gioco e si compromette con il nostro dolore. Ecco il lieto annuncio che Gesù proclama davanti allo sguardo stupito di tutti: Dio è vicino e si vuole prendere cura di me, di te, di tutti. Vuole sollevarti dai pesi che ti schiacciano, vuole riscaldare il freddo dei tuoi inverni, vuole illuminare le tue giornate oscure, vuole sostenere i tuoi passi incerti. E lo fa con la sua Parola, con la quale ti parla per riaccendere la speranza dentro le ceneri delle tue paure, per farti ritrovare la gioia nei labirinti delle tue tristezze, per riempire di speranza l’amarezza delle tue solitudini", dice il Papa.
"Quale volto di Dio annunciamo nella Chiesa? Il Salvatore che libera e guarisce o il Temibile che schiaccia sotto i sensi di colpa? Per convertirci al vero Dio, Gesù ci indica da dove partire: dalla Parola. Essa, raccontandoci la storia d’amore di Dio per noi, ci libera dalle paure e dai preconcetti su di Lui, che spengono la gioia della fede. La Parola abbatte i falsi idoli, smaschera le nostre proiezioni, distrugge le rappresentazioni troppo umane di Dio e ci riporta al suo volto vero, alla sua misericordia. La Parola di Dio nutre e rinnova la fede: rimettiamola al centro della preghiera e della vita spirituale!", è questo l'appello del Papa durante la Messa in Basilica.
La Parola ci porta all’uomo. "La Parola ci spinge fuori da noi stessi per metterci in cammino incontro ai fratelli con la sola forza mite dell’amore liberante di Dio. Nella sinagoga di Nazaret Gesù ci rivela proprio questo: Egli è inviato per andare incontro ai poveri – che siamo tutti noi – e liberarli. Non è venuto a consegnare un elenco di norme o ad officiare qualche cerimonia religiosa, ma è sceso sulle strade del mondo a incontrare l’umanità ferita, ad accarezzare i volti scavati dalla sofferenza, a risanare i cuori affranti, a liberarci dalle catene che ci imprigionano l’anima. In questo modo ci rivela qual è il culto più gradito a Dio: prendersi cura del prossimo", aggiunge ancora Papa Francesco.
"Trovare Dio non è trovarlo con più norme o più rigidità, questo è un idolo. Il nostro Dio non è cosi, la rigidità non ci cambia, ci nasconde", dice il Papa.
Per il Pontefice la Parola di Dio "ci esorta ad agire, a unire il culto di Dio e la cura dell’uomo". "Chiediamoci allora: vogliamo imitare Gesù, diventare ministri di liberazione e di consolazione per gli altri? Siamo una Chiesa docile alla Parola? Una Chiesa portata all’ascolto degli altri, impegnata a tendere la mano per sollevare i fratelli e le sorelle da ciò che li opprime, per sciogliere i nodi delle paure, liberare i più fragili dalle prigioni della povertà, della stanchezza interiore e dalla tristezza che spegne la vita?", domanda il Papa.
Con lo scopo di ravvivare la responsabilità che i credenti hanno nella conoscenza della Sacra Scrittura e nel mantenerla viva attraverso un’opera di permanente trasmissione e comprensione, il Papa regala ai presenti un volume contenente un commento dei Padri della Chiesa sui capitoli 4 e 5 del Vangelo di Luca, edito dalle Edizioni San Paolo.
Il Papa compie, infine, il rito mediante il quale verrà conferito il ministero di Catechista ai fedeli laici, donne e uomini, già istituito attraverso la pubblicazione della Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio Antiquum Ministerium, il 10 maggio del 2021.
Ai Catechisti e Catechiste, invece, viene affidata una croce riproduzione della croce pastorale usata prima da san Paolo VI, poi da san Giovanni Paolo II, per richiamare il carattere missionario del servizio che si apprestano ad amministrare. A loro e a tutti nell'omelia dice: "Sono chiamati al compito importante di servire il Vangelo di Gesù, di annunciarlo affinché la sua consolazione, la sua gioia e la sua liberazione raggiungano tutti. Questa è anche la missione di ciascuno di noi: essere annunciatori credibili, profeti della Parola nel mondo. Rimettiamo la Parola di Dio al centro della vita pastorale e della Chiesa".
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