Padova, 10 December, 2021 / 6:00 PM
Interno della basilica di Sant’Antonio a Padova. Si celebra la festa dell’Immacolata, in un giorno reso spettrale dal tempo siberiano, dal ritorno della paura della pandemia, dall’incertezza e dalla paura.
I fedeli e i pellegrini, nonostante tutto, sono presenti e tengono lo sguardo fisso sulla statua dell’Immacolata. In una cappella campeggia la figura di san Massimiliano Kolbe, il fragile uomo che ha mostrato una forza gigantesca, sfidando la crudeltà e la morte per mostrare cosa diventa la vita trasformata da Cristo.
Padre Kolbe amava profondamente la Madonna, e vengono in mente tante pagine straordinarie dedicate alla Madre di Dio e al modello di fede che ha incarnato. Intanto riecheggiano le parole del rettore della basilica, padre Antonio Ramina, il cui spiega, proprio in questo 8 dicembre, che “oggi siamo chiamati anche noi ad essere “immacolati” non nel senso di perfetti, ma desiderosi di generare vita, di prenderci cura della vita, presi per mano dalla madre di Gesù”.
Maria, totalmente disponibile al si a Dio e fiduciosa nel disegno del Signore, “dev’essere insegnamento per tutti noi che viviamo paura, disagio, fragilità, ma che possiamo contare sul suo volto affidabile e su quello di Dio che è sempre pronto ad aiutare”.
La solennità mariana quest’anno assume un significato particolare qui in basilica, visto che il santuario antoniano festeggia i 90 anni dalla nascita della Milizia dell’Immacolata, fondata il 14 Dicembre 1931 su impulso del movimento spirituale proprio del francescano Kolbe, mentre era vescovo monsignor Elia Dalla Costa. Padova fu anche la sede del primo Centro Nazionale, dopo di che questa passò a Camposampiero e da qui a Roma.
Una sessantina di persone attivamente impegnate, ma 600 persone iscritte ai registri: i militi dell’Immacolata partecipano alla vita della basilica, alle processioni antoniane, avvolti nel loro distintivo mantello bianco, siglato d’azzurro, colore della fedeltà a Maria. Anche oggi, sia pure in numero ridotto per le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, una rappresentanza della Milizia presiede alla celebrazione, sotto le luci e il tremolio delle candele.
Ed ecco che ricompare alla memoria l’immagine di san Massimiliano, gli anni appassionati e faticosi della sua vita fin dall’infanzia in Polonia,la sua forza, il suo coraggio, i suoi lunghi viaggi da missionario (fino in Giappone) e la sua ultima, terribile prova in un campo di concentramento, dove ha portato la luce dell’amore in quello che sembrava un buio senza fine, da inferno eterno. In quella luce c’era sempre Lei, la Madre amata, Maria.
Padre Antonio Maria Sicari nel libro "Come muoiono i santi", pubblicato dalle Edizioni Ares, racconta quel momento straordinario, quel miracolo inaudito che si compiva quando quel piccolo uomo emaciato, ridotto ad uno scheletro, insieme a tanti altri, e come tutti tenacemente avvinto alla speranza della vita, tuttavia si offriva alla morte nel campo di concentramento ad Auschwitz, al posto di un padre di famiglia, fu il suo carceriere a raccontare stupito: "Quando riaprii la porta di ferro, già non viveva più; ma si presentava come se fosse vivo. Ancora appoggiato al muro. La faccia era raggiante in modo insolito. Non lo dimenticherò mai".
Per inciso, raccomandiamo vivamente la lettura di questo libro, anche se lo stesso autore, nella prefazione anticipa un’obiezione e una domanda: "Non sarà un po' triste la lettura di questo libro?”, soprattutto in un tempo festivo per eccellenza, come il Natale. No, sostiene padre Sicari, perché “quando muore un santo è la morte che muore”. Ci sembra che la sconfitta della morte, nel tempo in cui si attende la nascita di Gesù, sia più che appropriata.
Maria e la Milizia, guardare alla Vergine come al rifugio, alla luce che guida i nostri passi “in questa valle di lagrime”, come recita l’antichissima preghiera del “Salve Regina”. E dunque si leggano i pensieri di San Massimiliano Kolbe, il Santo dell'Immacolata per eccellenza, che proprio in virtù della sua devozione mariana ha amato fino a donare la propria vita. Ecco il libro edito dalla Libreria Editrice Vaticana dal titolo “Pensieri su Maria”, in cui sono proposti gli scritti kolbiani seguendo l'itinerario che lo stesso Santo polacco suggerisce, illustrando prima l'identità della Vergine, spiegando poi i motivi per cui è importante invocarla ed affidarsi a Lei, indicando ai fedeli in che modo tenere uno stile di vita contemplativo grazie all'esempio dell'Immacolata.
Massimiliano Kolbe, Pensieri su Maria, Libreria Editrice Vaticana, pp.50, 4 euro
Antonio Sicari, Come muoiono i santi, Ares Edizioni, pp.224, euro12,90
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