Città del Vaticano , 07 November, 2021 / 12:15 AM
Papa Francesco nell'Angelus di oggi parla ai fedeli della scena descritta dal Vangelo della Liturgia odierna, quella che si svolge all’interno del Tempio di Gerusalemme. Francesco, affacciandosi alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, commenta: "Gesù guarda ciò che succede in questo luogo, il più sacro di tutti, e vede come gli scribi amino passeggiare per essere notati, salutati e riveriti, e per avere posti d’onore. Nello stesso tempo, i suoi occhi scorgono un’altra scena: una povera vedova, proprio una di quelle sfruttate dai potenti, getta nel tesoro del Tempiotutto quanto aveva per vivere. Il Vangelo ci mette davanti questo stridente contrasto: i ricchi, che danno il superfluo per farsi vedere, e una povera donna che, senza apparire, offre tutto il poco che ha".
Il Papa invita a soffermarsi poi su questo: "Guardarsi dagli ipocriti e guardare alla povera vedova". "Anzitutto, guardarsi dagli ipocriti, cioè stare attenti a non basare la vita sul culto dell’apparenza, dell’esteriorità, sulla cura esagerata della propria immagine. E, soprattutto, stare attenti a non piegare la fede ai nostri interessi. Quegli scribi coprivano, con il nome di Dio, la propria vanagloria e, ancora peggio, usavano la religione per curare i loro affari, abusando della loro autorità e sfruttando i poveri. E' il clericalismo. È un monito per ogni tempo e per tutti, Chiesa e società: mai approfittare del proprio ruolo per schiacciare gli altri, mai guadagnare sulla pelle dei più deboli!", mette in guardia il Papa.
"Vigiliamo sulle falsità del cuore, sull’ipocrisia, che è una pericolosa malattia dell’anima!", raccomanda il Pontefice.
"E per guarire da questa malattia, Gesù ci invita a guardare alla povera vedova. Il Signore denuncia lo sfruttamento verso questa donna che, per fare l’offerta, deve tornare a casa priva persino del poco che ha per vivere. Quanto è importante liberare il sacro dai legami con il denaro! Già Gesù lo aveva detto, non si può servire Dio e il denaro. Ma, allo stesso tempo, Gesù loda il fatto che questa vedova getta nel tesoro tutto ciò che ha. Non le rimane niente, ma trova in Dio il suo tutto. Non teme di perdere il poco che ha, perché ha fiducia nel tanto di Dio, che moltiplica la gioia di chi dona. Ecco allora che Gesù la propone come maestra di fede: lei non frequenta il Tempio per mettersi la coscienza a posto, non prega per farsi vedere, non ostenta l fede, ma dona con il cuore, con generosità e gratuità", conclude infine il Papa.
Subito dopo la preghiera dell'Angelus il Pontefice passa ai consueti saluti: "Seguo con preoccupazione le notizie che giungono dal Corno d'Africa, in particolare l'Etiopia scossa da un conflitto che si potrae da più di un anno". "Una crisi umanitaria", la definisce il Papa.
"Invito tutti alla preghiera e rinnovo mio appello per la concordia fraterna e via pacifica del dialogo". Poi il Papa ricorda le vittime della tragedia in Sierra Leone dove in un'esplosione sono morti più di 90 persone.
Poi un pensiero ai tre martiri uccisi durante la guerra civile spagnola che sono stati proclamati ieri beati, Benet da Santa Coloma De Gramenet, Josep Oriol da Barcellona e Domènec da Sant Pere de Ruidebitllets. "Tre martiri della fede - dice il Papa - furono uccisi nel periodo della persecuzione religiosa dimostrando di essere miti e coraggiosi, il loro esempio aiuti i cristiani di oggi rimanere fedeli nei momenti di prova".
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