Città del Vaticano , 02 November, 2021 / 12:30 AM
“Da questo incontro si levi potente un grido che esiga dalle istanze internazionali e nazionali competenti la difesa della serenità e della felicità dei bambini!” A nome di Papa Francesco, il Cardinale Parolin, Segretario di Stato vaticano, indirizza un messaggio all’Incontro Globale della FAO sull’eliminazione del lavoro minorile in agricoltura. Un messaggio che sottolinea che “l’investimento più redditizio che l’umanità può fare è la protezione dell’infanzia! Proteggere i bambini è rispettare il momento della loro crescita, lasciando che questi fragili germogli beneficino delle condizioni adeguate alla loro apertura e fioritura”.
Nel messaggio, viene sottolineato che “quando si manifesta come sfruttamento, il lavoro minorile diventa un flagello che ferisce crudelmente l’esistenza dignitosa e lo sviluppo armonioso dei più piccoli, limitando considerevolmente le loro opportunità di futuro, poiché riduce e lede la loro vita per soddisfare i bisogni produttivi e lucrativi degli adulti”.
Con la pandemia, nota la Santa Sede, sempre più minori si sono trovati costretti ad abbandonare la scuola e sono finiti “nelle grinfie di questa forma di schiavitù”. Nota il messaggio che “per molti di questi nostri piccoli fratelli, non andare a scuola significa non solo perdere opportunità che li renderanno capaci di affrontare le sfide dell’età adulta, ma anche ammalarsi, ossia vedersi privati del diritto alla salute, a causa delle deplorevoli condizioni in cui devono svolgere i compiti che vilmente si esigono da loro”.
Ancora più allarmante è la situazione nel settore agricolo, laddove “migliaia di bambini e bambine si vedono costretti a lavorare instancabilmente, in condizioni estenuanti, precarie e avvilenti, subendo maltrattamenti, abusi e discriminazione”,
e ancora peggio quando “gli stessi genitori che si vedono costretti a mandare i propri figli a lavorare, perché senza il loro contributo attivo non potrebbero mantenere la famiglia”.
Da qui, il forte appello della Santa Sede a proteggere i bambini, adottando anche “misure incisive per aiutare le famiglie dei piccoli agricoltori, di modo che non si vedano obbligati a mandare i propri figli nelle campagne per incrementare le loro entrate, che essendo tanto basse non consentono loro di mantenere dignitosamente la propria famiglia”.
Il messaggio auspica anche “un opportuno ed efficace ordinamento giuridico, di portata sia internazionale sia nazionale” che difenda e protegga “i bambini e le bambine da questa nociva mentalità tecnocratica che si è impadronita del presente”. E la Santa Sede sostiene così la moltiplicazione di “persone e le associazioni che, a ogni livello, si adoperino affinché il desiderio di lucro smisurato che condanna i bambini e i giovani al brutale giogo dello sfruttamento lavorativo ceda il posto alla logica della cura”.
Serve, continua il messaggio, “un’opera di denuncia, di educazione, di sensibilizzazione, di convinzione affinché quanti non si fanno scrupoli a schiavizzare l’infanzia con oneri insopportabili riescano a vedere più lontano e più a fondo, vincendo l’egoismo e quest’ansia di consumare in modo compulsivo che finiscono col divorare il pianeta, dimenticando che le sue risorse vanno preservate per le generazioni future”.
Il messaggio sottolinea che “se vogliamo che il diritto trionfi sull’arbitrarietà, dobbiamo assicurare ai nostri bambini e giovani un presente senza sfruttamento lavorativo”, perché solo custodendo i sogni dei bambini “si aprirà la strada a un futuro luminoso per la famiglia umana”.
In questo impegno, la Santa Sede conferma il suo impegno nel continuare a combattere il fenomeno dello sfruttamento.
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