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Un servizio di EWTN News

La visita del Catholicos Karekin II a Roma, una cena con il Cardinale Koch

Foto al termine della cena dello scorso sette ottobre. Da sinistra a destra: l'arcivescovo Barsamian, Il patriarca Bedros Minassian, il Cardinale Sandri, il Cardinale Koch, il Patriarca Sadak II, il Catholicos Karekin II, il Cardinale Parolin, l'arcivescovo Zekyian, il vescovo Farrell

Una cena per parlarsi, per rafforzare la spinta verso l’unità, per continuare un dialogo continuo. Il 7 ottobre, nell’ambito della sua visita a Roma per partecipare all’incontro di Sant’Egidio e anche per incontrare Papa Francesco, il Catholicos armeno Karekin II ha avuto una cena con il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, insieme ad altri dignitari della Chiesa apostolica armena.

Si è trattato di una cena dal particolare significato. Era la prima volta che il Patriarca Sahak II, eletto lo scorso anno patriarca armeno di Costantinopoli, visitava Roma. Ed era la prima volta che Raphael Minassian interveniva come patriarca della Sede di Cilicia, per cui ha preso il nome di Bedros XXI. E c’era anche il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, cosa che ha dato alla cena anche un sapore diplomatico.

Presenti anche l’arcivescovo Khajag Barsamian, che è la liason della Chiesa Apostolica Armena a Roma, e l’arcivescovo Boghos Levons Zekiyan, arcivescovo per gli armeni cattolici ad Istanbul.

Nel suo brindisi, il Cardinale Koch ha sottolineato che spesso “in questi anni passati, cattolici e armeni si sono incontrati intorno il grande armeno San Gregorio di Narek”, e ha ricordato che San Nerses è una delle “figure cristiane che saranno celebrate dall’UNESCO quest’anno”.

Facendo riferimento alle parole di San Nerses, il Cardinale Koch ha detto: “Ripariamo ai nostri errori in armonia e carità”. Parole “preziose” – ha detto il Cardinale – che “devono ispirare noi e tutti i nostri fedeli nel nostro percorso verso piena unità, con l’aiuto dell’intercessione dei santi, martiri e dottori della Chiesa Armena, nostre stelle in cielo, che brillano su di noi e ci mostrano il percorso verso la piena comunione”.

Parlando con ACI Stampa, il catholicos Karekin II ha ricordato che la sua ultima visita ha avuto luogo proprio nel giorno in cui è cominciata la guerra dei 40 giorni, e che durante l’incontro con il Papa si è subito radunato in preghiera.

La conversazione con il Papa ha riguardato anche la situazione dell’Armenia, perché “ci sono stati attacchi militari, ma anche attacchi ai civili, utilizzando anche armi vietate e armi moderne come i droni”.

Il Catholicos ha ricordato che la Santa Sede di Etchmiadzin ha creato un dipartimento per la preservazione dell’eredità cristiana proprio perché “molti antichi siti religiosi sono stati sotto attacco”, come la cattedrale di Shushi. “Con questo ufficio – ha detto – vogliamo diffondere informazioni con il pubblico internazionale e fare in modo che queste cose non accadono più. Ma vogliamo anche smentire alcune delle narrative azere, che sostengono che quelle chiese appartengono all’eredità albanese-caucasica della regione”.

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