Città del Vaticano , 24 October, 2015 / 1:28 AM
A conclusione dei lavori mattutini i Padri Sinodali, alla presenza del Papa, hanno pubblicato un messaggio rivolto in particolare alle famiglie che vivono nel Medio Oriente.
“Da anni ormai, a causa dei sanguinosi conflitti in corso, esse - scrivono i Padri - sono vittime di inaudite efferatezze. Le loro condizioni di vita si sono ulteriormente aggravate in questi ultimi mesi e settimane. L’uso di armi di distruzione di massa, le uccisioni indiscriminate, le decapitazioni, il rapimento di esseri umani, la tratta delle donne, l’arruolamento di bambini, la persecuzione a motivo del credo e dell’etnia, la devastazione dei luoghi di culto, la distruzione del patrimonio culturale e innumerevoli altre atrocità hanno costretto migliaia di famiglie a fuggire dalle proprie case e a cercare rifugio altrove, spesso in condizioni di estrema precarietà. Attualmente sono impedite dal farvi ritorno e dall’esercitare il loro diritto a vivere in dignità e sicurezza sul proprio suolo, contribuendo alla ricostruzione e al benessere materiale e spirituale dei rispettivi Paesi”.
I Padri denunciano la violazione dei “principi fondamentali della dignità umana e della convivenza pacifica e armoniosa fra le persone e i popoli” e esprimono “vicinanza ai Patriarchi, ai Vescovi, ai sacerdoti, ai consacrati e ai fedeli , come anche a tutti gli abitanti del Medio Oriente”.
Dopo aver chiesto la liberazione dei sequestrati dal Sinodo si leva un appello per chiedere “non più violenza, non più terrorismo, non più distruzioni, non più persecuzioni! Cessino immediatamente le ostilità e il traffico delle armi!”.
“La pace in Medio Oriente - ribadisce l’Assemblea Sinodale - va cercata non con scelte imposte con la forza, ma con decisioni politiche rispettose delle particolarità culturali e religiose delle singole Nazioni e delle varie realtà che le compongono”.
La Comunità internazionale lavori a soluzioni attraverso gli strumenti della diplomazia, del dialogo, del diritto internazionale.
“Siamo convinti - prosegue l’appello dei Padri - che la pace è possibile ed è possibile fermare le violenze che in Siria, in Iraq, a Gerusalemme e in tutta la Terra Santa, coinvolgono ogni giorno sempre più famiglie e civili innocenti e aggravano la crisi umanitaria. La riconciliazione è frutto della fraternità, della giustizia, del rispetto e del perdono. Il nostro unico desiderio, come quello delle persone di buona volontà che formano parte della grande famiglia umana, è che si possa vivere in pace”.
Il pensiero dei Padri Sinodali, infine, si estende anche alle famiglie che vivono situazioni analoghe in Ucraina e in diverse zone dell’Africa.
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