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Un servizio di EWTN News

COP26, Papa Francesco: "Passare dalla cultura dello scarto a quella della cura"

Giorni fa ho potuto ribadire “il dolore per i gravi danni arrecati alla famiglia umana e alla sua casa comune” e “l’urgente necessità di avviare un cambiamento di rotta capace di passare con decisione e convinzione dalla cultura dello scarto, prevalente nella nostra società, a una cultura della cura. È una sfida impegnativa e complessa, ma l’umanità ha i mezzi per affrontare questa trasformazione, che richiede una vera e propria conversione e la ferma volontà di intraprenderla”. Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo in udienza i partecipanti all’Incontro Interparlamentare preparatorio per COP26.

Oggi – ha sottolineato il Pontefice – “siamo di fronte a un’importante sfida educativa, perché ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo per far maturare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente. Una sfida a favore di un’educazione all’ecologia integrale per la quale noi rappresentanti delle religioni ci siamo impegnati fortemente”.

I Governi – è l’auspicio di Papa Francesco – “adottino rapidamente un percorso che limiti l’aumento della temperatura media globale e diano impulso ad azioni coraggiose, rafforzando anche la cooperazione internazionale”.

Si deve andare – ha detto ancora il Papa – “verso un modello di sviluppo più integrale e integrante, fondato sulla solidarietà e sulla responsabilità; una transizione durante la quale andranno considerati attentamente anche gli effetti che essa avrà sul mondo del lavoro. In questa sfida, ognuno ha il proprio ruolo, e quello dei parlamentari è  decisivo. Un cambiamento di rotta così impegnativo come quello che abbiamo davanti richiede grande saggezza, lungimiranza e senso del bene comune, virtù fondamentali della buona politica”.

Non basta “scoraggiare e sanzionare – ha concluso - le cattive pratiche, ma anche e soprattutto di incentivare e stimolare nuovi percorsi più consoni al traguardo da raggiungere. Sono aspetti essenziali per conseguire gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi e contribuire all’esito positivo della COP26”. Tutti siano illuminati “da due importanti fari: il faro della responsabilità e il faro della solidarietà. Lo dobbiamo ai giovani, alle generazioni future che meritano tutto il nostro impegno per poter vivere e sperare. Per questo, occorrono leggi urgenti, sagge e giuste, che vincano gli stretti steccati di tanti ambienti politici e possano raggiungere al più presto un consenso adeguato e valersi di mezzi affidabili e trasparenti”.

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