Kosice, 14 September, 2021 / 4:35 PM
Papa Francesco incontra la comunità Rom a Luník IX. Luník è uno dei 22 distretti della città di Košice, nel quale vive la più alta densità di popolazione Rom in Slovacchia. Oggi la zona è abitata da circa 4.300 Rom e i problemi alle infrastrutture sono notevoli. Ed è qui che la Famiglia Salesiana ha deciso di portare la sua missione.
Il Papa viene accolto all’ingresso del centro dal Direttore, don Peter Bešenyei, che ha dedicato tutta la sua vita pastorale ai Rom, da tre confratelli e da due bambini Rom.
All’inizio, a Luník IX erano presenti solo due sacerdoti, ma con gli anni la loro presenza è raddoppiata. Due, in particolare, gli eventi pastorali significativi: nel novembre 2009, i successori di Don Bosco hanno organizzato un Congresso internazionale dedicato al “Sistema preventivo” (ovvero il metodo educativo ideato dal Santo piemontese) integrato nella Pastorale per i Rom. Il 30 novembre 2010, poi, Monsignor Bernard Bober, Arcivescovo metropolita di Košice, ha consacrato la Chiesa del “Cristo Risorto”. Il luogo di culto rientra nel “Centro Pastorale Salesiano” del quartiere, costruito anche grazie al Comune cittadino che ha contribuito per il 40 per cento alle spese.
"Nessuno nella Chiesa deve sentirsi fuori posto o messo da parte. Non è solo un modo di dire, è il modo di essere della Chiesa. Perché essere Chiesa è vivere da convocati di Dio, è sentirsi titolari nella vita, far parte della stessa squadra", dice subito il Papa nel suo discorso.
"Questa è la Chiesa, una famiglia di fratelli e sorelle con lo stesso Padre, il quale ci ha dato Gesù come fratello, perché comprendiamo quanto Lui ami la fraternità. E desidera che l’umanità intera diventi una famiglia universale. Voi nutrite grande amore e rispetto per la famiglia, e guardate alla Chiesa a partire da questa esperienza. Sì, la Chiesa è casa, è casa vostra. Perciò – vorrei dirvi con il cuore – siete benvenuti, sentitevi sempre di casa nella Chiesa e non abbiate mai paura di abitarci. Nessuno tenga fuori voi o qualcun altro dalla Chiesa!", ne è convinto il Papa.
Il Papa ascolta poi alcune testimonianze di uomini e donne della comunità rom, che tra tante difficoltà e pregiudizi, hanno creato comunque una famiglia e hanno trovato un lavoro.
"Cari fratelli e sorelle, troppe volte siete stati oggetto di preconcetti e di giudizi impietosi, di stereotipi discriminatori, di parole e gesti diffamatori - dice Papa Franceso ai Rom - Quello che ci serve per recuperare dignità è passare dai pregiudizi al dialogo, dalle chiusure all’integrazione.Ma come fare? Nikola e René, ci avete aiutato: la vostra storia d’amore è nata qui ed è maturata grazie alla vicinanza e all’incoraggiamento che avete ricevuto. Vi siete sentiti responsabilizzati e avete voluto un lavoro; vi siete sentiti amati e siete cresciuti con il desiderio di dare qualcosa di più ai vostri figli. Dove c’è cura della persona, dove c’è lavoro pastorale, dove c’è pazienza e concretezza i frutti arrivano. Non subito, col tempo, ma arrivano.La via per una convivenza pacifica è l’integrazione".
"Ringrazio chi porta avanti questo lavoro di integrazione che, oltre a comportare non poche fatiche a volte riceve pure incomprensione e ingratitudine, magari persino nella Chiesa. Cari sacerdoti, religiosi e laici, cari amici che dedicate il vostro tempo per offrire uno sviluppo integrale ai vostri fratelli e sorelle, grazie! Grazie per tutto il lavoro con chi è ai margini. Penso anche ai rifugiati e ai detenuti. A questi, in particolare, e a tutto il mondo carcerario esprimo la mia vicinanza. Grazie, don Peter, di averci parlato dei centri pastorali, dove non fate assistenzialismo sociale, ma accompagnamento personale. Andate avanti su questa strada, che non illude di poter dare tutto e subito, ma è profetica, perché include gli ultimi, costruisce la fraternità, semina la pace". Così Francesco ringrazia chi ogni giorno in Slovacchia e ovunque nel mondo si prende cura di chi ne ha bisogno.
L’opera dei sacerdoti, coadiuvati anche dalle Suore Salesiane e da numerosi volontari, inizia sulla strada, dove prendono contatto con i bambini e le donne del luogo, coinvolgendo i primi nelle attività dell’oratorio e le seconde nel servizio di lavanderia. Quindi, si passa alle attività di gruppo e, dopo un anno circa, si offre ai Rom la possibilità di una maggiore integrazione: per i giovani, si punta alla formazione scolastica; per i loro genitori, invece, si creano contatti con l’Ufficio di collocamento affinché possano trovare lavoro.
Dopo la recita del Padre Nostro e la benedizione finale, il Papa si trasferisce in auto allo Stadio Lokomotiva di Košice per l’incontro con i giovani. Durante il tragitto verso il seminario di Kosice, Papa Francesco si è fermato nella Casa per gli Esercizi dei gesuiti per salutare alcuni confratelli che, coinvolti nell'organizzazione degli eventi, non hanno potuto prendere parte alla Divina Liturgia.
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