Città del Vaticano , 28 July, 2021 / 3:30 PM
Li Hui è il nuovo vescovo coadiutore di Pingliang, nella provincia cinese di Gansu. Nominato da Papa Francesco coadiutore di Pingliang l’11 gennaio 2021, la sua ordinazione episcopale è avvenuta il 28 luglio, conferma la Sala Stampa della Santa Sede, che rende noto come Li sia “il quinto vescovo cinese nominato e ordinato nel quadro normativo dell’Accordo Provvisorio sulla nomina dei vescovi in Cina”.
L’accordo, siglato nel settembre 2018 e rinnovato nel 2020, non è mai stato reso noto. Resta confidenziale, è stato contestato più volte da voci forti come quella del Cardinale Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, che lamenta una perdita della libertà della Santa Sede a fronte di una Pechino sempre più dura contro le religioni. Ma è stato anche difeso dal Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, che a più riprese ci ha tenuto a definire come l’accordo sia pastorale, e che riguardi solo la nomina dei vescovi, sottolineando come la Santa Sede non chiude per niente gli occhi di fronte agli abusi della libertà religiosa in Cina, che conosce.
Fatto sta che, dal rinnovo dell’accordo nel 2020, c’è stata una sorta di accelerata nelle nomine episcopali.
Dopo l’accordo del 2018, erano stati due i vescovi ordinati, e tra l’altro il procedimento per la loro nomina era arrivato prima dell’accordo, mentre cinque erano rientrati in comunione con Roma., perdonati dal Papa.
Monsignor Li è dunque il terzo vescovo nominato dopo il rinnovo dell’accordo sino-vaticano, dopo il vescovo di Qingdao (Shandong) e quello di Hongdong-Linfen (Shanxi). Classe 1972, entrato nel seminario di Pingliang nel 1990, Monsignor Li si è laureato nel 1996 presso l’Istituto Teologico e Filosofico cattolico cinese. È sacerdote dal 1996.
L’ordinazione di monsignor Li è stata presieduta dal vescovo Ma Yinglin di Kumming (Yunnan), presidente della Conferenza Episcopale Cinese e vicepresidente dell’Associazione Patriottica cattolica cinese, la associazione “governativa” la cui affiliazione è necessaria per poter essere riconosciuti vescovi dal governo. L’accordo, in realtà, non incoraggerebbe l’affiliazione, ma le autorità cinesi dopo l’accordo del 2018 hanno fatto pressione sui vescovi perché si iscrivessero, suscitando anche la reazione della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Anchel la Conferenza Episcopale Cinese è espressione del Partito Comunista Cinese.
All’ordinazione, riferisce AsiaNews, hanno partecipato anche il vescovo Han Jide di Pingliang; il vescovo Guo Jincai di Chengde (Hebei); e il vescovo Han Zhihai, di Lanzhou (Gansu). Padre Yang Yu, vicesegretario generale della Conferenza episcopale cinese, ha letto la lettera di approvazione. Nella cattedrale erano presenti più di 30 sacerdoti e 20 suore, oltre a rappresentanti dell’Associazione patriottica e fedeli della diocesi.
La ordinazione arriva mentre non si arrestano le pressioni del governo cinese sui sacerdoti cattolici. AsiaNews riferisce che in questi giorni padre Giuseppe Liu, della diocesi di Mindong, è stato trattenuto e torturato per 10 ore, finché non ha aderito forzatamente alla Associazione Patriottica. Resta sconosciuta la sorte del vescovo di Xinxiang (Henan) Giuseppe Zhang Weizhu, arrestato a maggio insieme a 10 sacerdoti e altrettanti seminaristi.
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