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Un servizio di EWTN News

Sinodo, Twal: "L'idea di famiglia del Papa è quella del Vangelo"

Un Sinodo forse troppo occidentale, ma stiamo lavorando bene insieme. Nel Sinodo c’è una buona atmosfera. Il Patriarca Latino di Gerusalemme, Mons. Fouad Twal – in esclusiva ad  Acistampa – racconta i lavori della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

Eccellenza, come stanno andando le cose? Che clima si avverte all’interno del Sinodo?

Io mi trovo molto bene. C’è un’atmosfera di franchezza, di amicizia. C’è una buona atmosfera. E’ vero che non siamo d’accordo su tutti i punti ed è più che normale. Io per esempio alzo spesso la mano per dire non è così da noi, nel Medio Oriente, in Terra Santa e loro accettano. È normale che in contesti diversi ci siano reazioni diverse. Speriamo che alla fine qualcosa di comune ci unisca: quello che ci unisce è che tutti vogliamo il bene della famiglia. Però io vorrei aggiungere che la Chiesa, i pastori da soli senza una politica per la famiglia non potranno andare molto lontano. I nostri limiti li viviamo, speriamo che la società civile, i politici siano sensibili a tutte le problematiche della famiglia.

Si è parlato di una prospettiva sinodale troppo occidentale.

L’ho detto dal primo giorno. Anche perché per esempio da noi non esiste il matrimonio civile. Tutti i matrimoni sono religiosi: non esiste nella nostra mentalità. L’Istrumentum Laboris è un po’ occidentale.

Eccellenza, dal punto di vista dottrinale intravede ipotesi di cambiamenti?

La dottrina resta quella che è: non possiamo toccarla, l’idea del Santo Padre – che è anche la nostra idea -  è quella del Vangelo, poter mettere insieme, coniugare insieme disciplina, dottrina e misericordia.

Quanto è diverso il Sinodo che viene filtrato e raccontato sui giornali da quello reale?

Abbiamo parlato molto e bene delle minacce, delle sfide, dei problemi che le famiglie devono affrontare e quasi non abbiamo neanche toccato la questione dei divorziati risposati. Certo un giorno troveremo una soluzione anche a questo. Per loro sono del parere che bisogna valutare caso per caso, bisogna lasciare al vescovo diocesano – che conosce le singole situazioni – la facoltà di decidere caso per caso. Non è da Roma che si deve decidere. Non dobbiamo aver due sinodi: quello dei Padri e quello dei giornalisti. Con tutto il rispetto per gli amici giornalisti.

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