Città del Vaticano , 17 May, 2021 / 6:00 PM
“Affinché gli uomini responsabili dei destini delle grandi come delle piccole collettività, i cui diritti e le cui immense ricchezze spirituali debbono essere scrupolosamente conservate intatte, abbiano a valutare attentamente il grave compito dell'ora presente”.
Per questo nella lettera enciclica Grata recordatio Papa Giovanni XXIII chiedeva la preghiera del Rosario a tutto il popolo di Dio.
La lettera del settembre del 1959 era un ricordo del nuovo Papa verso i suoi predecessori, soprattutto delle encicliche mariane di Leone XIII; “Era, quello, un forte e suadente richiamo a rivolgere fiduciose suppliche a Dio, mediante la potentissima intercessione della vergine Madre di Dio, con la recita del santo rosario. Questo, infatti, come è a tutti noto, è un modo eccellentissimo di preghiera meditata, costituito a guisa di mistica corona, in cui le orazioni del «Padre nostro», dell' «Ave Maria» e del «Gloria al Padre», si intrecciano alla considerazione dei più alti misteri della nostra fede, per cui viene presentato alla mente come in tanti quadri il dramma dell'incarnazione e della redenzione di Nostro Signore”.
Ma poi c’è un ricordo dell’immediato predecessore Pio XII di cui ricorreva pochi giorni dopo la firma dell’enciclica un anno dalla morte. Papa Giovanni scriveva: “E Ci piace inoltre qui ricordare, che anche il Nostro immediato predecessore con l'enciclica Ingruentium malorum già una volta esortò i fedeli di tutto il mondo, come Noi ora facciamo, alla pia pratica del santo rosario specialmente nel mese di ottobre. In quell'enciclica vi è un ammonimento che qui ben volentieri ripetiamo: «Volgetevi con sempre maggior fiducia alla vergine Madre di Dio a cui i cristiani sempre e principalmente sono ricorsi nelle avversità, in quanto essa ‹è stata costituita fonte di salvezza per tutto il genere umano›”.
Il Papa ricordava la consegna dei crocefissi ai nuovi missionari e la celebrazione del primo centenario di fondazione del Collegio Americano del Nord: “Le due cerimonie, sebbene stabilite non intenzionalmente per lo stesso giorno, - scriveva il Papa- hanno il medesimo significato: di affermazione, cioè, netta e decisa dei principi soprannaturali che muovono ogni attività della chiesa cattolica; e della volonterosa e generosa dedizione dei suoi figli alla causa del mutuo rispetto, della fraternità e della pace fra i popoli”.
Per il Papa era chiaro che “ si sono oggi diffuse posizioni filosofiche e atteggiamenti pratici assolutamente inconciliabili con la fede cristiana. Noi continueremo, con serenità, precisione e fermezza, ad affermare tale inconciliabilità”.
Papa Giovanni XXIII confida però che “ messi da parte gli aridi postulati di un pensiero cristallizzato e di un'azione penetrata di laicismo e di materialismo, si faccia tesoro di quella sana dottrina, che ogni giorno di più è convalidata dall'esperienza, e si cerchino gli opportuni rimedi. Ora questa dottrina conclama che Dio è autore della vita e delle sue leggi: che è vindice dei diritti e della dignità della persona umana; di conseguenza che Dio è «nostra salvezza e redenzione!»”.
Ed è per questo che chiede la preghiera a Maria, per tutto il mese di ottobre. Un po’ come la maratona di preghiera che ha voluto Papa Francesco per chiedere a Maria di salvare l’umanità dalla pandemia e dai sui effetti devastanti.
Alla fine la continuità della Chiesa è nella preghiera. Nella lettera del 1959 il Papa chiudeva chiedendo di “recitare il rosario con particolare devozione anche per queste altre intenzioni che tanto Ci stanno a cuore: e cioè, affinché il sinodo di Roma sia fruttuoso e salutare per questa Nostra alma città e affinché dal prossimo concilio ecumenico - al quale voi parteciperete con la vostra presenza e col vostro consiglio - tutta la Chiesa ottenga una affermazione così meravigliosa, che la vigorosa rifioritura di tutte le virtù cristiane, che Noi da esso Ci attendiamo, serva di invito e di sprone anche per tutti quei Nostri fratelli e figli, che sono separati da questa sede apostolica”.
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