Carpi, 18 April, 2021 / 10:00 AM
I due discepoli di Emmaus, mentre ritornano alle loro case tristi e delusi in seguito alla morte e sepoltura di Cristo, vivono un’esperienza inaspettata che fa rinascere la speranza. Cristo risorto si affianca loro e si fa riconoscere mentre spezza il pane. Ripieni di gioia fanno ritorno a Gerusalemme e annunciano agli apostoli, riuniti nel Cenacolo, la resurrezione di Cristo. A confermare la testimonianza dei due, improvvisamente, in mezzo a loro appare Gesù stesso.
“Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io. Toccatemi e guardate". Nel vedere Gesù in mezzo a loro i discepoli rimangono “stupiti e spaventati” perché credono sia un fantasma. Il loro cuore è ancora appesantito dal dubbio e dalla paura. Ed Egli per convincerli che è veramente vivo nel suo vero corpo li invita a guardare le sue mani e i suoi piedi e a toccarlo, perché "un fantasma non ha carne ed ossa come vedete che ho io”. C’è dunque perfetta identità fra il Risuscitato che sta in mezzo a loro nel cenacolo e quel Gesù col quale avevano condiviso per tre anni la loro vita, prima che venisse ucciso. Senza, tuttavia, dimenticare che Gesù risorto vive una vita corporale diversa dalla nostra, perché è una vita gloriosa, ma che nondimeno è in continuità reale con quel corpo che è stato sepolto.
Con la risurrezione di Gesù è entrata nella gloria del Padre anche la nostra umanità. Pertanto, la risurrezione di Cristo non riguarda solo Lui: riguarda anche ciascuno di noi. Infatti, Gesù non è morto e risorto solo per sé, ma per ciascuno di noi. E’ morto e risorto “a nostro favore” e come nostro Capo. E poiché noi con il Battesimo siamo divenuti sue membra, uniti a Lui con lui risorgeremo ed entreremo nella pienezza della “vita nuova dei figli di Dio”.
Ma prima di giungere ad incontrare il Signore al termine della nostra vita ci è dato di potere rivivere la stessa esperienza degli apostoli, di incontro col Signore risorto? Oppure dobbiamo accontentarci di ascoltare il racconto di una esperienza fatta dagli altri? Il brano di Vangelo risponde a questi nostri interrogativi. Afferma: “Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture”. Nelle nostre celebrazioni eucaristiche accade ciò che è successo nel Cenacolo. Gesù è presente in mezzo a noi; Egli stesso ci parla attraverso la lettura della S. Scrittura; Egli stesso spezza il pane dell’Eucarestia perché noi nella Comunione, possiamo divenire uno con Lui. La differenza sta nel fatto che a noi non è concesso di vederlo fisicamente, ma mediante la fede. Il cristianesimo, dunque, ha al suo centro la Persona di Gesù Cristo crocifisso, risorto e vivo. Pertanto, essere cristiani non significa solo apprendere una dottrina e impegnarci a viverla, ma porci alla sequela del Signore, per essere liberati dal peccato, perché una vita vissuta nell’egoismo non ha alcuna prospettiva di eternità.
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