Ginevra, 26 March, 2015 / 1:17 PM
Rispettare la legalità internazionale. Proseguire sulla strada comune tracciata dagli sforzi della comunità internazionale. Affrontare l’emergenza sociale. Con un breve intervento, la Santa Sede prende posizione sulla crisi ucraina. È l’Arcivescovo Silvano Maria Tomasi, Osservatore Permanente presso l’ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra, a dare voce alle preoccupazioni vaticane durante la 28esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani, dedicata proprio alla crisi ucraina, che si è tenuta giovedì 26 marzo.
L’Arcivescovo Tomasi sottolinea che “con questo intervento, la Santa Sede intende sottolineare ancora una volta il bisogno urgente di rispettare la legalità internazionale riguardo il territorio e i confini dell’Ucraina, dato che questi sono elementi chiave per assicurare stabilità sia a livello nazionale che a livello regionale, e di ristabilire la legge e l’ordine basato sul pieno rispetto di tutti i diritti umani fondamentali.”
Per questo – afferma l’Osservatore Permanente – “la Santa Sede apprezza i passi che sono stati fatti per rafforzare il coprifuoco, che è considerata una condizione essenziale per arrivare a soluzioni politiche basate esclusivamente sul dialogo e la cooperazione.” Allo stesso tempo, la Santa Sede mette in luce “la cruciale necessità che tutte le parti portino avanti le decisioni prese attraverso accordi comuni, riconoscendo” gli sforzi delle organizzazioni internazionali, in primi ONU e OSCE. In particolare, la Santa Sede si riferisce al Pacchetto di Misure per l’Implementazione degli Accordi di Minsk.
Questo pacchetto è stato discusso in un incontro all’OSCE tra i quatro della Normandia ieri a Parigi, dove era in programma anche l’audizione di un nuovo rapporto della missione dell'OSCE che sta monitorando la situazione nel Donbass. I media hanno riportato varie schermaglie tra Russia e Ucraina per quanto riguarda il rispetto degli accordi.
L’arcivescovo Tomasi afferma che “la Santa Sede ritiene che la piena aderenza di tutte le parti a quanto stabilito dagli Accordi è un pre-requisito per tutti i successivi sforzi di migliorare la situazione umanitaria e dei diritti umani nei territori” colpiti dal conflitto.
Questo – aggiunge l’Osservatore Permanente – prima di tutto “porrebbe fine alla perdita di vite umane, atti di violenza e altre forme di abuso”. Ma dovrebbe anche “includere il rilascio di tutti gli ostaggi e le persone che sono detenute illegalmente e assicurare accesso libero a tutti quanti sono deputati ad assicurare assistenza umanitaria” nelle aree interessate dal conflitto.
Particolare preoccupazione desta “l’emergenza sociale che sta affrontando la popolazione”, che soffre di povertà, fame, insicurezza e rischi di salute.” Così come è preoccupate la situazione delle persone sfollate o ferite e delle famiglie che soffrono per la perdita dei propri cari.
“In questa situazione urgente, la Santa Sede si impegna ad offrire la sua assistenza attraverso le sue istituzioni e chiede alle organizzazioni caritative della Chiesa cattolica di intensificare e coordinare gli sforzi per fornire assistenza al popolo ucraino.”
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