"Ho notato, con gratitudine, i passi positivi compiuti per quanto attiene al rinnovamento spirituale e morale dell’Ordine, specialmente dei Membri Professi, nonché al processo di aggiornamento della Carta Costituzionale e del Codice Melitense, snodo quest’ultimo di fondamentale importanza non solo in vista del prossimo Capitolo Generale Straordinario, ma soprattutto per il rinnovamento dell’Ordine". E' questo l'incipit della Lettera che il Papa ha inviato al Cardinale Silvano Maria Tomasi, Delegato Speciale presso il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta.
Il primo compito che il cardinale-eletto Silvano Maria Tomasi avrà come delegato del Sovrano Militare Ordine di Malta sarà quello, nel pomeriggio di domenica 8 novembre, di presenziare al giuramento del nuovo Gran Maestro o Luogotenente di Gran Maestro. Questo sarà eletto nel Gran Consiglio Compito, che si riunirà il 7 e l’8 novembre.
Papa Francesco ha nominato stamane Delegato Speciale presso il Sovrano Militare Ordine di Malta l’Arcivescovo Silvano Maria Tomasi, che il prossimo 28 novembre sarà creato Cardinale di Santa Romana Chiesa.
E’ il multilateralismo il cuore del libro che è stato presentato giovedì scorso all’ Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede che porta la firma dell’ arcivescovo Silvano Tomasi: La Santa Sede nella Famiglia delle nazioni.
Per dimostrare quanto è attento al tema delle migrazioni, Papa Francesco ha istituito all’interno del nuovo dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale una sezione migranti e rifugiati, sotto il suo diretto controllo, con una squadra di studio e azioni che gli permette di avere gli occhi aperti sul tema.
Quali sono stati i più grandi risultati della Santa Sede nella diplomazia multilaterale? Sono risultati spesso invisibili, si trovano nelle pieghe di difficili negoziazioni dei trattati, e alla persona comune sembra a volte non si sia ottenuto niente. Eppure, in un mondo difficile e in una “dittatura del relativismo” che cerca di cambiare l’antropologia stessa dell’uomo, questi risultati rappresentano una piccola goccia al servizio del bene comune, da non sottovalutare.
Quale è il ruolo della diplomazia del Papa in era moderna? Se, da sempre, la Santa Sede ha avuto una sua rete diplomatica, con cui intratteneva rapporti con gli Stati, è nell’epoca moderna che la Santa Sede arricchisce il suo lavoro con le cosiddette relazioni “multilaterali”, quelle che si fanno all’interno degli organismi internazionali.
Una conferenza sul disarmo, con una particolare enfasi sul disarmo nucleare, si terrà in Vaticano il prossimo 10 e 11 novembre.
È un appello a includere tutti nei processi economici, a creare una economia solidale che non metta da parte i poveri e gli emarginati, in fondo a stabilire un nuovo sistema, quello proposto dalla Santa Sede al Consiglio Generale della World Trade Organization (Organizzazione Mondiale del Commercio) che si tiene a Nairobi. Pochi giorni dopo il discorso del Papa alla sede ONU della capitale del Kenya, la Santa Sede torna a far sentire la sua voce in campo internazionale, mostrando il suo peculiare approccio, che è quello di “mettere la persona umana al centro di ogni strategia di sviluppo e di commercio”.
Sfide e numeri delle Migrazioni sono stati delineati dalla Santa Sede in un intervento all’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni lo scorso 26 novembre a Ginevra. Una mappa che tiene conto anche della rinnovata minaccia del terrorismo, che richiede una nuova risposta, perché non resti una risposta disordinata e disorganizzata.
Inizia con una lunga spiegazione su sovranità, giurisdizione e differenze tra Santa Sede, Stato di Città del Vaticano e Chiesa Cattolica il rapporto che la delegazione della Santa Sede ha presentato il 24 novembre di fronte al Comitato ONU sulla Convenzione per l’eliminazione di ogni discriminazione razziale (CERD, dall’acronimo inglese). La spiegazione era doverosa: serve a prevenire i (prevedibili) attacchi alla Chiesa del comitato ONU, che si sospetta andrà oltre le sue prerogative, e si concentrerà su temi che poco hanno a che fare con la Convenzione, ovvero il sacerdozio femminile e la posizione della Chiesa sul gender. Si vedrà, al dibattito di oggi.
Valorizzare il ruolo dei migranti nelle città e nelle aree urbane, per avere un migliore sviluppo. Convinta che la situazione dei migranti è il termometro sulla base del quale si misura la salute della democrazia, la Santa Sede difende il ruolo dei migranti nella società in un intervento al dibattito su “Migranti e città: nuovi partenariati per gestire la mobilità,” che si è tenuto lo scorso 27 ottobre alla Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
Era stato tra i primi Paesi firmatari della Convenzione, e non sorprende che alla Prima Conferenza di Revisione della convenzione sulle munizioni a grappolo la Santa Sede non solo difenda il trattato, ma mette in luce la questione “non secondaria” del finanziamento, che gli Stati dovrebbero mettere a disposizione in “maniera perenne,” perché “ne va della effettiva messa in pratica” della convenzione stessa.
“La risposta al terrorismo non può essere fatta meramente attraverso l’azione militare.” Ci vuole piuttosto partecipazione politica, e sistemi legali e chiari. Ma soprattutto, si devono “tagliare tutte le forme di supporto pubblico o privato al terrorismo,” uno dei modi in cui si può prevenire il terrorismo. Parla così l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore Permanente della Santa Sede presso l’ufficio ONU di Ginevra, in un “panel” sugli Effetti del Terrorismo nella godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte di ogni persona, che si è tenuto il 30 giugno a Ginevra.
Migrazioni, la Santa Sede propone una strategia a largo raggio. Alla 29esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani tutto dedicato ai problemi dell’emigrazione, l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, nunzio della Santa Sede presso l’ufficio ONU di Ginevra, ha chiesto al “sistema multilaterale” – ovvero alle organizzazioni internazionali – di migliorare il coordinamento per affrontare il fenomeno e proposto una strategia in tre tappe che porti ad un pragmatico riconoscimento delle migrazioni.
È un dovere alla solidarietà, quello sottolineato dall’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite di Ginevra, in un intervento tenuto al briefing tecnico su “Clima e Salute” della 68esima Assemblea Generale della Salute. Un richiamo che pone i suoi pilastri sul dovere di rispettare e proteggere, concetti chiave della diplomazia della Segreteria di Stato guidata dal Cardinal Pietro Parolin, e sui risultati di un workshop che si è tenuto alla Pontificia Accademia delle Scienze, lo scorso 28 aprile.
Rispettare la legalità internazionale. Proseguire sulla strada comune tracciata dagli sforzi della comunità internazionale. Affrontare l’emergenza sociale. Con un breve intervento, la Santa Sede prende posizione sulla crisi ucraina. È l’Arcivescovo Silvano Maria Tomasi, Osservatore Permanente presso l’ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra, a dare voce alle preoccupazioni vaticane durante la 28esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani, dedicata proprio alla crisi ucraina.