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Stazioni quaresimali, il Venerdì Santo a Santa Croce in Gerusalemme

 Il Venerdì Santo, giorno dell’adorazione della Croce, è di nuovo stazione la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, dove si conserva ciò che per la tradizione è una reliquia della vera Croce.

Si tratta di quelle che per tradizione si considerano le reliquie della Croce portate a Roma da Sant’ Elena madre dell’Imperatore Costantino. Oggi si conservano con altre reliquie della Passione, in una grande cappella sulla sinistra della chiesa, costruita nel 1930 dall’architetto Florestano di Fausto, conosciuto anche per le sue molte costruzioni in Libia. La cappella custodisce le reliquie della Passione nei reliquiari fatti da Giuseppe Valadier nel 1804. Si tratta di tre frammenti della "Vera Croce", parte della corona di spine, un sacro chiodo e il “Titulus crucis”.

La reliquia della Croce sembra aver avuto una storia complicata. Nel VI secolo, la raccolta di biografie di Papi conosciuta come il Liber Pontificalis racconta che l’Imperatore Costantino all’inizio del IV secolo costruì la basilica portandoci una reliquia della Croce: “de ligno sanctae Crucis domini nostri Iesu Christi”. Ma nessuno sa bene dove fosse custodita la reliquia nel IV secolo o nel medioevo. La reliquia che si venera oggi viene trovata nel 1492 in una nicchia sopra l’arco trionfale del transetto. E’ un posto tipico per reliquie. In molte chiese romane si vedono ancora dei balconcini sulla parete dell’arco trionfale fatti apposta per l’esposizione di reliquie, come anche i balconi nello spazio centrale della nuova basilica di S. Pietro, dove si conserva la Veronica e altre reliquie importanti. Ma il transetto di S. Croce viene creato solo nel XII secolo da Papa Lucio II (1144-1145), e la reliquia viene infatti trovata in una scatola di piombo con tre bolli di questo Papa. Il ritrovamento ha luogo durante la ricostruzione della basilica da parte del cardinal Mendoza, quando viene realizzato lo splendido affresco dell’abside, che racconta il ritrovamento della Croce secondo la Legenda aurea di Jacopo da Varazze.  

Lo studioso tedesco Michael Heseman ha proposto alcune tesi per dimostrarne la autenticità.

Nella introduzione al volume “ Titulus Crucis” di Heseman il papirologo tedesco Carsten Peter Thiede, che ha studiato i papiri del Vangelo di Qumran, scrive: “ Quel titulus esisteva, e i primi resoconti dei pellegrini cristiani che visitavano Gerusalemme lo menzionano. Nulla depone contro il fatto che si sia conservato dopo la crocefissione di Gesù (...) Le particolarità della scrittura mi sono sempre parse deporre a favore di una sua collocazione temporale nel I secolo”.

Vere o no queste reliquie sono certamente una ottima occasione per meditare sul Vangelo della Passione.

Domani, Sabato Santo il percorso stazionale torna a San Giovanni in Laterano. L’appuntamento è alle 21.00 per la Veglia. 

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