venerdì, novembre 22, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Stazioni quaresimali, San Marcello al Corso

Si resta sempre a via del Corso per la tappa del cammino stazionale e oggi si arriva a San Marcello al Corso.

Particolare il grande Crocifisso ligneo del 1400, che rimase intatto dopo l'incendio e che poggia su altare ricco di reliquie di martiri. Ad esso, portato processionalmente per tutti i rioni di Roma, venne attribuita la cessazione della peste nel 1522 e da quell’evento prodigioso ebbe origine l’Arciconfraternita del SS.mo Crocifisso. 

Il Crocifisso che ormai conoscono tutti dopo essere stato visitato dal Papa e dopo che è stato portato in Piazza san Pietro.

Sotto l’altare maggiore riposa il pontefice Marcello, il cui nome è associato ancora a quello della matrona Lucina, che qui ebbe le sue dimore e che poi convertì in chiese, dove probabilmente quel pontefice esercitò il suo alto ministero. Ma l'imperatore Massenzio lo condannò trasformando quella abitazione in stalla. San Marcello qui morì di stenti tra le bestie del "catabulum" e la stessa Lucina volle seppellirlo nel cimitero di Priscilla, dal quale poi fu riportato qui nel suo titolo.

La chiesa è un gioiello barocco dove la pastorale è curata dai Servi di Maria

Questo rende la chiesa un luogo di intensa attività pastorale e culturale anche perché i Servi di Maria hanno a San Marcello la loro Curia Generalizia.

Fin dal mattino chi si trova al centro magari per lavoro può unirsi alla recita delle Lodi con la Comunità dei frati alle 7.30. Poi ci sono messe e momenti di preghiera e devozioni particolari come quella a Maria che scioglie i nodi tanto cara a Papa Francesco.

La storia dei Serviti è molto particolare. L’ ordine mendicante venne fondato a Firenze, probabilmente nel 1233, da un gruppo di sette persone, poi conosciuto come i sette santi fondatori. Laici che abbandonano le loro attività per ritirarsi a vita comune di penitenza, povertà a preghiera. 

Scelgono dapprima il Cafaggio, dove oggi sorge la basilica della Santissima Annunziata, poi si spostano sul Monte Senario. Ben presto lasciano anche il Monte e, per l’ampio numero di persone che si sono unite a loro, fondano nuove comunità. Nascono, così, i conventi di Siena, Città di Castello e Borgo Sansepolcro, oltre a quelli di Firenze e del Monte Senario.

La storia è lunga e ricca di eventi

E furono sette i frati serviti  a partecipare all’attività di Nomadelfia di don Zeno Saltini.

Domani l'appuntamento è a Sant' Apollinare alle Terme, alle spalle di Piazza Navona, alle 12.30

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