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Un servizio di EWTN News

Il prossimo Venerdì Santo, la Colletta di Terrasanta. A cosa serve?

La Basilica dell'Annunciazione a Nazareth

Lo scorso anno, la Colletta di Terrasanta si è tenuta il 13 settembre, e non il Venerdì Santo, come di consueto, perché il mondo era fermato dalle misure contro la pandemia e non c’erano nemmeno celebrazioni con i fedeli. Sono stati raccolti circa 27,9 milioni dollari, che sono serviti a finanziare opere come il restauro della Basilica della Natività di Betlemme, ma anche opere per le comunità locali, e persino la creazione di una piattaforma, Terra Santa School, per la Didattica a distanza. Quest’anno, l’appello ai fedeli è di “non ignorare le situazioni di bisogno e difficoltà dei nostri fratelli e sorelle che vivono nei Luoghi Santi”, ha scritto il Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, nel consueto appello annuale per la Colletta.

Un po’ di storia. La Colletta avviene durante il Venerdì Santo, ed è la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai luoghi santi. È lo strumento voluto dai Papi per testimoniare in maniera concreta il legame tra i cristiani del mondo e i Luoghi Santi, e stabilito con precisione in favore della Terrasanta dallo statuto “Nobis in Animo” che San Paolo VI promulgò nel 1976.

Quali le attività portate avanti dalla Custodia di Terra Santa attraverso la colletta? Quella di custodire i Luoghi Santi, favorire la presenza cristiana, fare attività di solidarietà e mantenere strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali. Beneficiano della Colletta i territori di Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia e Iran.

Nella sua lettera di appello, il Cardinale Sandri ricorda che quello del 2020 è stato “un anno di prova”, caratterizzato dalle “strade deserte intorno al Santo Sepolcro e alla Gerusalemme vecchia”. Un anno durante il quale i cristiani in Terrasanta “hanno sofferto un isolamento che li ha fatti sentire ancora più lontani, tagliati fuori dal contatto vitale con i fratelli provenienti dai vari Paesi del mondo”.

L’assenza dei pellegrini, nota il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha portato alla perdita di posti di lavoro, mentre la pandemia si è aggiunta, in molti Paesi, “al persistere della guerra e delle sanzioni”.

Per questo, il Cardinale Sandri chiede di non voltare lo sguardo, perché “se verrà meno questo piccolo gesto di solidarietà e di condivisione, sarà ancora più difficile per tanti cristiani di quelle terre resistere alla tentazione di lasciare il proprio paese, sarà faticoso sostenere le parrocchie nella loro missione pastorale e continuare l’opera educativa attraverso le scuole cristiane e l’impegno sociale a favore dei poveri e dei sofferenti”.

Serve, scrive il Cardinale, una mano tesa anche verso i “tanti sfollati e rifugiati che hanno dovuto lasciare le loro case a causa della guerra e necessitano di una mano tesa ed amica per versare sulle ferite il balsamo della consolazione”. E serve continuare ad occuparsi dei Luoghi Santi, ormai svuotati dai pellegrini.

Come vengono distribuiti, dunque, i fondi della Colletta? La Custodia riceve il 65 pe cento, e la Congregazione per le Chiese Orientali il 35. La Congregazione utilizza il denaro della colletta per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica.

Quest’anno, la Congregazione ha ricevuto 9.775.603,58 di dollari. Sono stati utilizzati per la formazione e per l’attività scolastica, andando a finanziare anche istituzioni prestigiose e fondamentali come il Pontificio Istituto Orientale e la Betlehem University. Ma 2,4 milioni di dollari sono andati ad aiuti straordinari, specialmente nelle regioni che vivono in stabilità e tensioni, mentre 500 mila dollari, prelevati dal Fondo Terra Santa, hanno permesso di finanziare 303 progetti in 24 Paesi per fronteggiare l’emergenza COVID 19.

Tra le opere finanziate dalla Custodia, che includono sia i proventi della Colletta, ma anche le attività di reperimento fondi dell’Associazione Pro Terra Sancta e della Franciscan Foundation for the Holy Land, il completamento del restauro della Basilica della Natività a Betlemme, fatta in collaborazione con l’Autonomia Nazionale Palestinese, il consolidamento della roccia della grotta dell’Invenzione della Santa Croce, la realizzazione di cinque sale didattiche multimediali per i pellegrini dedicate alla conoscenza del Santo Sepolcro, e persino la costruzione di un moderno centro museale per la valorizzazione del patrimonio artistico, archeologico e culturale francescano, una area di 2500 metri quadri che comprenderà anche il Convento della Flagellazione e il Convento di San Salvatore.

Ma non solo. Ci sono diverse opere a favore della comunità locale, come la Casa del Fanciullo di Betlemme, il consultorio familiare e parrocchiale nella stessa città, e le borse di studio universitarie (ne sono state conferite 490). E poi, appartamenti per i bisognosi e le giovani coppie, varie opere culturali tra cui lo Studium Biblicum Franciscanum, l’aiuto alle famiglie di sfollati e rifugiati in Siria, Giordania e Libano, e gli aiuti attraverso le parrocchie di Aleppo, Damasco, Knayeh, Yakoubich e Latakieh.

A questo si aggiungono gli stipendi degli impiegati della Custodia: sono circa 1020, divisi tra 15 scuole, 4 Case Nove per pellegrini, 80 santuari, 25 parrocchie e varie attività. Durante la pandemia, questi impiegati hanno potuto beneficiare di una forma di cassa integrazione.

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