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Un servizio di EWTN News

Portogallo, dopo l’eutanasia, la fecondazione post mortem

Fecondazione post mortem

Dopo l’eutanasia, l’inseminazione post-mortem. Prosegue il cammino anti-vita del Portogallo, che continua sulla strada inclinata delle riforme controverse sul tema della vita. Ma l’Associazione dei Medici Cattolici Portoghesi ha preso una posizione netta contro la pratica, in una nota diffusa lo scorso 12 febbraio.

L’Associazione chiede “una revisione della legge approvata in generale per promuovere la dignità umana. Il bambino da concepire. La donna interessata. E l’uomo defunto. E che la revisione sia conforme all’intenzione costituzionale di salvare tutti i cittadini”.

I medici Cattolici hanno deciso di prendere ufficialmente posizione in risposta alle notizie di una avanzamento del processo legislativo in corso per approvare la pratica, nonostante il parere contrario di molti tecnici che hanno depositato testi al Parlamento.

Tra questi, il parere sfavorevole del Consiglio Nazionale di Etica per le Scienze della Vita, sottoposto a settembre 2020. Il Consiglio aveva affermato che “l’interesse del bambino a nascere deve essere considerato al di sopra di tutti gli altri interessi coinvolti”.

Il Parlamento portoghese ha approvato il permesso di inseminare la donna con lo sperma del merito dopo la sua morte il 23 ottobre 2020. C’è ora una raccolta firme di 95 mila cittadini che sta cercando di contrastare l’iter.

I medici cattolici hanno denunciato che "come è avvenuto con la recente approvazione dell'eutanasia da parte della stessa Assemblea parlamentare, bisogna chiedere il motivo delle consultazioni con esperti se, in seguito, le loro conclusioni vengono del tutto ignorate e contraddette".

I medici cattolici hanno sottolineato che “è chiaro che il legislatore sia mosso da una furia ideologica contro il ruolo della famiglia composta da una madre e un padre, e che serva interessi economici estranei al normale sviluppo di una società che deve proteggere tutti i suoi membri, ma con particolare enfasi sui più vulnerabili. E il bambino da concepire è, in questo caso, il più vulnerabile”.

I medici cattolici hanno sottolineato che va compreso il dolore di una donna per la morte del marito, e anche il desiderio naturale di avere un figlio, ma che questo non può andare a discapito di un bambino “concepito artificialmente e strumentalizzato per soddisfare il desiderio di una donna adulta”.

Hanno concluso i medici cattolici del Portogallo: “Oltre a tutti i tipi di considerazioni bioetiche che possono essere addotte in questa discussione, è importante capire che l'interesse del bambino qui viene messo da parte e che i più elementari principi di prudenza vengono ignorati”.

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