"Oggi, assistendo ai tragici effetti di guerre, violenze e ingiustizie di vario genere, è fin troppo facile abbandonarsi al dolore e persino alla disperazione. Eppure, come membri della famiglia umana e soprattutto come credenti, siamo chiamati ad accompagnare, con amore e compassione, coloro che lottano e hanno difficoltà a trovare motivi di speranza. La speranza, infatti, è ciò che ci dà forza di fronte agli interrogativi sollevati dalle sfide, dalle difficoltà e dalle angosce della vita". Lo scrive il Papa, nel messaggio inviato ai partecipanti al primo Simposio Internazionale Interreligioso sulle Cure Palliative, promosso congiuntamente dalla Pontificia Accademia per la Vita e dalla Conferenza Episcopale Canadese.
Eutanasia per chi è stanco di vivere? Sì, grazie, ha detto Luc Van Gorp, presidente della Mutualità Cristiana (Christelijke Mutualiteit), la più grande cassa di assicurazione sanitaria del Belgio, di ispirazione cristiana. No, grazie, hanno detto i vescovi del Belgio, che hanno redatto una dura nota contro la proposta. La società civile si mobilita, intanto, e la Marcia per la Vita sarà dedicata proprio al tema.
La Corte costituzionale dell'Ecuador ha approvato la depenalizzazione dell'eutanasia in risposta alla causa presentata da Paola Roldán, una donna che soffre di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), malattia degenerativa incurabile.
Il vescovo di Anversa, in Belgio, Mons. Johan Bonny, in una recente intervista è sembrato rifiutare l'insegnamento della Chiesa cattolica sull'eutanasia, affermando di non ritenere la pratica, in contrasto con l'insegnamento della Chiesa, come "un male in quanto tale".
E' quanto esposto nella dichiarazione congiunta pubblicata oggi della Commissione bilaterale del Gran Rabbinato di Israele e della Commissione per i Rapporti religiosi con l'ebraismo della Santa Sede.
"Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ribadisce il suo ‘no’ nei confronti dell’eutanasia e del suicidio assistito, in piena adesione al Magistero". E' questo il chiarimento inviato subito, tramite la Sala Stampa della Santa Sede, dalla Pontificia Accademia per la Vita in relazione all’intervento di Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, tenuto mercoledì 19 aprile al Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia.
"Nel settore della sanità la cultura dello scarto può mostrare più che altrove, a volte in modo evidente, le sue dolorose conseguenze. Quando infatti la persona malata non è messa al centro e considerata nella sua dignità, si ingenerano atteggiamenti che possono portare addirittura a speculare sulle disgrazie altrui, e questo deve renderci vigilanti". Lo ha detto Papa Francesco, stamane, ricevendo in udienza i membri dell’Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari.
Oscurata dall’autodenuncia del Cardinale Ricard, arrivata tra l’altro poco dopo la visita in Vaticano del presidente francese Emmanuel Macron, la lettera pastorale dei vescovi di Francia sull’eutanasia è una risposta netta del mondo cattolico alla “cultura della morte” che si cela dietro il principio di legalizzazione dell’eutanasia.
No, il Belgio non ha rispettato il diritto della vita nel momento in cui ha accettato di praticare l’eutanasia a Godelieva de Troyer, 64 anni, per depressione incurabile. L’iniezione letale era avvenuta senza avvertire i famigliari. Ma il figlio della donna, Tom Mortier, ha avviato una battaglia legale mettendo in luce come nemmeno i famigliari fossero stati coinvolti in una scelta così drammatica. Patrocinata da ADF International, la causa è arrivata alla Corte Europea di Strasburgo. Che ha deciso in favore di Tom Mortier.
"Il nostro pensiero va alle nuove generazioni e agli anziani. Le prime, pur risultando tra quelle meno colpite dal virus, hanno subito importanti contraccolpi psicologici, con l’aumento esponenziale di diversi disturbi della crescita; anche le giovani famiglie hanno avuto ripercussioni negative dalla crisi pandemica, come dimostra l’ulteriore picco della denatalità raggiunto nel 2020-2021, segno evidente di crescente incertezza". Lo afferma la Conferenza Episcopale Italiana nel messaggio diffuso per la prossima Giornata per la Vita, in calendario il 6 febbraio 2022.
Il 22 ottobre è il giorno della memoria di San Giovanni Paolo II. Ed è stata a lui consacrata una novena proclamata dai vescovi di Inghilterra e Galles per pregare contro l’approvazione della legge dell’eutanasia, che andava in seconda lettura alla Camera dei Lord proprio il 22 ottobre. La legge è poi passata in quella seconda lettura, anche se ci sono anche altri passaggi da fare perché diventi ufficiale. E anche i vescovi continuano a combattere per non trascinare il Regno Unito sul piano inclinato delle leggi pro-morte, come è successo in altri Paesi Europei.
“Non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire, ma il prevalere di una concezione antropologica e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali”.
A metà agosto è stata raggiunta la quota minima necessaria di 500.000 firme per indire un referendum sulla legalizzazione dell’eutanasia in Italia, ma l’associazione proponente continuerà la raccolta delle firme fino a fine mese, ed al termine dovranno essere presentate alla Corte di Cassazione, e se questa ritenesse il quesito del referendum legittimo il voto si terrebbe nel 2022.
Ci sarà un tavolo di confronto con il Ministero dell’Istruzione sull’insegnamento della religione cattolica. Sempre nell’ambito del dialogo politico, non può che destare preoccupazione la raccolta firme per il referendum sull’eutanasia, che ha raggiunto mezzo milione di firme. E poi, gli aiuti ad Haiti scossa dal terremoto, l’appello per l’apertura di corridoi umanitari in Afghanistan.
No all’erosione dell’obiezione di coscienza. No all’eutanasia nei posti cattolici. No all’eutanasia in generale. La posizione dei vescovi canadesi sulla legge “Morire con dignità” è “inequivocabile”. “eutanasia e suicidio assistito costituiscono il deliberato omicidio della vita umana in violazione dei Comandamenti di Dio. Erodono la nostra dignità comune mancando di vedere, accettare e accompagnare quelli che soffrono e che muoiono. Minano il dovere fondamentale che abbiamo di prenderci cura dei membri più deboli e vulnerabili della società”.
L’eutanasia è legale in Spagna. A giugno sarà una "prestazione" del sistema nazionale di salute, che potrà essere richiesta dai pazienti maggiorenni, colpiti da una malattia grave o incurabile".
La discesa sul piano inclinato che porta verso alla civiltà della morte (copyright Giovanni Paolo II) in Portogallo è bloccata dal presidente Marcelo Rebelo de Sousa, cattolico, che ha rimandato la legge appena licenziata alla Corte Costituzionale, e dalla stessa Corte che, testo della legge alla mano, ha detto che effettivamente no, il Portogallo non può avere una legge sull’eutanasia compatibile con la costituzione, o perlomeno quella legge ha troppi buchi, troppa indeterminatezza.
Dopo l’eutanasia, l’inseminazione post-mortem. Prosegue il cammino anti-vita del Portogallo, che continua sulla strada inclinata delle riforme controverse sul tema della vita. Ma l’Associazione dei Medici Cattolici Portoghesi ha preso una posizione netta contro la pratica, in una nota diffusa lo scorso 12 febbraio.
Lo chiamano “morire con dignità”, ma è piuttosto un suicidio assistito, una possibilità data ai malati terminali di decidere tempi e modi della propria morte. Succede in Irlanda, dove la nuova legge ha suscitato il parere contrario dei vescovi. I quali, in un “Parere” inviato al Parlamento, hanno sottolineato: “Il suicidio assistito riflette un fallimento della compassione da parte della società. È un fallimento nel rispondere alla sfida di prendersi cura dei malati terminale mentre si avvicinano alla fine della propria vita”.
Legalizzare la morte provocata è “un non senso”, specialmente nel contesto della crisi causata dal COVID 19, perché viene dimostrato che “la lezione che questa pandemia ha dato sul prezioso valore della vita umana”, vita che “la comunità in generale, e in particolare gli operatori sanitari cercano di salvare in modo sovrumano”. Così, in una nota durissima, i vescovi del Portogallo hanno accolto la notizia dell’approvazione della legge dell’eutanasia nel Paese lo scorso 29 gennaio. Una legge fortemente voluta dal governo, tanto che è stata respinta anche la proposta di un referendum popolare per decidere se andare avanti o meno con la legge.