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Papa Francesco: “L’attesa fiduciosa del Signore dà conforto nei momenti bui”

Papa Francesco durante una passata preghiera dell'Angelus

È la prima domenica di Avvento, e comincia il tempo dell’attesa del Signore. E questa “attesa fiduciosa” è il principale antidoto contro il pessimismo che sembra attanagliarci, ancora di più durante questo tempo di pandemia.

Dopo aver celebrato messa con i nuovi cardinali (gli unici a concelebrare, mentre partecipavano gli altri cardinali arrivati per il concistoro), Papa Francesco commenta le letture del giorno prima della preghiera dell’Angelus, affacciato dalla finestra del suo studio su una piazza San Pietro vittima di una giornata uggiosa.

Con l’Avvento – spiega Papa Francesco – “la Chiesa scandisce il corso del tempo e la celebrazione dei principali eventi della vita di Gesù e della storia della salvezza”, e la liturgia di oggi – “vegliate dunque”, l’ammonimento di Gesù – ci “invita a vivere il primo tempo forte dell’Anno Liturgico.

Papa Francesco parte dalla lettera di San Paolo ai Corinzi, in cui chiede di “concentrare l’attenzione sull’incontro con la persona di Gesù, che verrà alla fine del mondo e che viene ogni giorno, perché, con la sua grazia, possiamo compiere il bene nella nostra vita e in quella degli altri”.

Papa Francesco ricorda che “il nostro Dio è il Dio che viene”, e “non delude la nostra attesa”. "Ci farà aspettare, forse, ci farà passare qualche momento nel buio, ma mai delude. È sempre accanto a noi. Alle volte non si fa vedere, ma sempre viene", chiosa il Papa.

Gesù “è venuto in un preciso momento storico e si è fatto uomo per prendere su di sé i nostri peccati”, così come “verrà alla fine dei tempi come giudice universale”, ma viene comunque “ogni giorno a visitare il suo popolo, a visitare ogni uomo e donna che lo accoglie nella Parola, nei Sacramenti, nei fratelli e nelle sorelle”.

Chiede Papa Francesco: "Tu sai ascoltare il Signore che bussa, che è venuto oggi per visitarti, che bussa al tuo cuore. È venuto a Betlemme, verrà alla fine del mondo, ma ogni giorno viene da noi. State attenti! Guardate cosa sentite nel cuore quando il Signore bussa!"

Papa Francesco ammette che “la vita è fatta di alti e bassi, di luci e ombre”, si sperimentano “momenti di delusione, di insuccesso, di smarrimento”, e questo accade specialmente oggi, durante la pandemia in cui molti vivono “preoccupazione, paura e sconforto”, e si rischia così di “cadere nel pessimismo, nella chiusura e nell’apatia”.

Per Papa Francesco, la reazione è confidare in Dio, perché “l’attesa fiduciosa del Signore fa trovare conforto e coraggio nei momenti bui dell’esistenza". Chiede Papa Francesco: "E da cosa nasce questo coraggio e questa scommessa fiduciosa?". E risponde: "Nasce dalla speranza”.

Papa Francesco spiega dunque che “l’Avvento è un incessante richiamo alla speranza”, ci ricorda che Dio è presente nella storia per condurla alla sua pienezza, perché è "il Dio con noi" e “non ci abbandona mai; ci accompagna nelle nostre vicende esistenziali per aiutarci a scoprire il senso del cammino, il significato del quotidiano, per infonderci coraggio nelle prove e nel dolore”.

Insomma, “in mezzo alle tempeste della vita, Dio ci tende sempre la mano e ci libera dalle minacce”. Nel libro del Deuteronomio, aggiunge il Papa, c'è "un passo molto bello" che si chiede quale popolo ha "Dio così vicino a noi", ed è vero, "nessuno ha un Dio così vicino".

Alla fine dell’Angelus, Papa Francesco “esprime nuovamente” vicinanza “alle popolazioni dell’America Centrale, colpite da forti uragani, in particolare “San Andrés, Santa Catalina, Providencia e la costa pacifica della Colombia”. La tempesta ha provocato più di 40 morti.

Dopo aver chiesto di pregare per i nuovi cardinali, in vista del Natale, nel tempo della pandemia, Papa Francesco invita anche a “sobrietà, attenzione discreta ai vicini che possano avere bisogno e qualche momento di preghiera fatto in famiglia con semplicità”.

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