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Un servizio di EWTN News

Letture, il romanzo della vera vita dei cristiani in Cina raccontato da Dai Sijie

Una vita passata all’ombra opprimente di una dittatura, di un regime che aveva fatto della privazione della libertà e della soppressione di ogni volontà individuale il proprio punto di forza. Ma paradossalmente, come spesso accade in situazioni di questo tipo, questa oppressione riesce a fiorire una forza creativa che non conosce ostacoli. Non solo.

La spinta della fede, la convinzione che l’umano non si esaurisce nella forza-lavoro e nella cieca produttività, travalicano gli ostacoli, piegano le sbarre, fanno superare i cancelli dei campi di reclusione, abbattono i muri dei minuscoli appartamenti in cui si consumano intere esistenze  e generano nuova vita. È stato così per Dai Sijie, scrittore e sceneggiatore cinematografico. Figlio di un medico,  Sijie è nato in Cina nel 1954   la gioventù la vive in un campo di rieducazione nella provincia del Sichuan e fino al 1974. Alla morte di Mao, entra all'Università dove studia storia dell'arte e dove riesce ad ottenere una borsa di studio in Francia. Da allora vive e lavora a Parigi.

Lo scrittore diventa improvvisamente famoso in Occidente con la traduzione del suo romanzo “Balzac e la piccola sarta cinese”. Un libro diventa un best seller e da cui è stato tratto l’omonimo film. Alcuni critici hanno sottolineato come “Balzac e la piccola sarta cinese” sia una tragedia raccontata con un soffio. La tragedia è passata alla storia sotto il nome di “rivoluzione culturale”, ovvero la deportazione di milioni di cinesi “da rieducare” per ordine di Mao nelle sperdute regioni di montagna del Paese del Dragone. Molti non sopravvissero a quella follia criminale.

I due protagonisti del romanzo di Dai, una coppia di “ragazzi di città”, affrontano  quell’inferno grazie ai libri proibiti che un altro giovane era riuscito a portare con sé, nascosti in una valigia. Con le pagine di Ursule Mirouet, un romanzo di Honoré de Balzac, i due riuscirono a far vedere un mondo molto più grande, senza  confini, grazie al potere della parola scritta e della narrazione, e sarà la figlia del sarto del villaggio a ricevere questo grande dono. Lei, alla fine, quel mondo vorrà conoscerlo davvero: “È partita. Vuole andare in una grande città. Mi ha detto che Balzac le ha fatto capire una cosa: che la bellezza di una donna è un tesoro inestimabile”.

Un racconto che ha lasciato il segno. Poi seguono altri libri, come, “Muo e la vergine cinese”,  che cambia del tutto registro, come quello dell’ironia, del bizzarro,  il raccontando le disavventure di un goffo studente di psicanalisi tornato in Cina dopo un soggiorno a Parigi per soccorrere la sua eroina, che  possiede lo strano nome di “Vulcano della Vecchia Luna”, da salvare sfidando i mulini a vento della corruzione del sistema.

Ora Dai Sijie torna al pubblico italiano con il romanzo Il Vangelo secondo Yong Sheng pubblicato dalle Edizioni San Paolo. In un villaggio vicino alla città costiera di Putian, nella Cina meridionale, all’inizio del XX secolo, Yong Sheng è figlio di un cesellatore e carpentiere che fabbrica fischietti per colombe addomesticate. Gli abitanti amano in modo particolare questi fischietti che, legati alle penne degli uccelli, creano  meravigliose sinfonie volando armoniose  sopra le case. Andato a pensione presso un pastore americano, il giovane Yong Sheng, che segue gli insegnamenti di sua figlia Mary, istitutrice della scuola cristiana, ritiene di essere a sua volta chiamato a una vocazione di pastore.

È così che, pur continuando a svolgere il proprio lavoro di costruttore di fischietti, Yong Sheng diviene il primo pastore cinese della città. Dopo gli studi di teologia e varie peripezie, torna a svolgere il proprio ministero nella sua città natale. Ma tutto crolla con l’avvento della Repubblica popolare, con la quale comincia per lui e per tanti altri compatrioti un’epoca di tormenti, che culmineranno con la Rivoluzione culturale. Grazie al suo talento di narratore, Dai Sijie reinterpreta la sorprendente storia di suo nonno, uno dei primi pastori cristiani in Cina. Commovente, appassionante, con lo sguardo capace di catturare la bellezza della sua terra e le sue millenarie tradizioni, questo romanzo completa, in un certo senso, l’affresco della Cina travolta dalla rivoluzione maoista e dal successivo processo di stabilizzazione del regime e della inarrestabile industrializzazione, con il risultato di costituire un ibrido capitalismo comunista. Rivela quanto prezioso sia il dono della fede, che riesce a trasformare la vita in bellezza, mistero, poesia. E testimonia una tragedia, quella della mancanza di libertà, e in particolare della libertà religiosa, che continua a segnare anche il nostro tempo. 

Dai Sijie, Il Vangelo secondo Yong Sheng, Edizioni San Paolo 2020, pp.432, euro 20,00 

 

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