Città del Vaticano , 10 October, 2020 / 3:00 PM
L’istituzione di un registro centrale presso l’Autorità di Informazione Finanziaria, per individuare tempestivamente chi compie transazioni finanziarie, è la sola, vera novità delle modifiche alla legge 18 dell’ottobre 2013 in materia di trasparenza, vigilanza e informazione finanziarie. Le modifiche sono state pubblicate oggi in un bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, accompagnate da una intervista a Carmelo Barbagallo, direttore dell’Autorità.
Nell’intervista a Vatican News, Barbagallo ha lodato l’impianto della legge 18, ha sottolineato che questo “è un testo in continua e progressiva evoluzione, che tiene conto delle fonti comunitarie di riferimento in materia, che la Santa Sede si è impegnata a trasporre con la Convenzione Monetaria tra l’Unione Europea e lo Stato di Città del Vaticano del 2009, e delle caratteristiche proprie della giurisdizione.
Il riferimento di Barbagallo alla Convenzione Monetaria non è casuale. In genere, in questo periodo Santa Sede e UE si incontrano per fare il punto della situazione. Le modifiche sono più che altro adeguamenti, finalizzati alla conformità tecnica ad alcune normative, e in particolare – spiega il presidente Barbagallo – “alla V Direttiva dell’Unione Europea in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio, del finanziamento del terrorismo e perfezionate alcune norme riferibili alla IV Direttiva”.
Si tratta, insomma, di adeguamenti tecnico giuridici, che spesso gli Stati fanno in maniera automatica, senza troppo clamore. Ed è il segnale che l’impianto che è stato messo a punto in questi anni funziona, regge all’impatto internazionale e ha bisogno solo di adeguamenti tecnici. Lo stesso Barbagallo, in un workshop con le autorità pubbliche della Santa Sede lo scorso lo scorso giugno, aveva citato regolamenti e provvedimenti che erano parte di un lavoro già fatto in passato dall’Autorità, a partire dal 2012. Provvedimenti che hanno reso il sistema finanziario della Santa Sede credibile a livello internazionale, come hanno testimoniato i rapporti sui progressi di MONEYVAL.
Queste modifiche non sono comunque da connettere alla valutazione di MONEYVAL, i cui esperti termineranno il prossimo 13 ottobre la loro ispezione per poi stilare un rapporto sui progressi che si discuterà alla plenaria del comitato a Strasburgo nell’aprile 2021. Questo rapporto, infatti, si baserà sull’efficacia del funzionamento della legge negli ultimi cinque anni, e non sulla conformità tecnica della legge.
Come detto, l’unica vera novità sembra essere l’inclusione dell’articolo 51bis, che istituisce presso l’Autorità di Informazione Finanziaria “un registro per l’identificazione tempestiva di qualsiasi persona fisica o giuridica che detenga o controlli rapporti, conti di pagamento, conti identificati dall’IBAN e cassette di sicurezza detenuti presso gli enti che svolgono professionalmente attività di natura finanziaria”.
Queste informazioni “sono direttamente accessibili all’Autorità di Informazione Finanziaria, che può scambiarle tempestivamente con le proprie controparti, ai fini di informazione finanziaria”, ma sono anche accessibili alle altre autorità competenti.
“L’Autorità di Informazione Finanziaria – si legge ancora nell’articolo 51 bis disciplina, con proprio regolamento, le modalità di costituzione, aggiornamento, tenuta, gestione e sicurezza del registro di cui al comma 1.”.
Il presidente Barbagallo spiega che “le ultime modifiche della Legge XVIII si inseriscono in una complessiva strategia finalizzata a rendere sempre più trasparente la gestione delle finanze vaticane, in un quadro di controlli intensi e coordinati” che hanno sfociato nella legge vaticana sugli appalti dello scorso giugno e nell’ordinanza AIF del 19 agosto 2020 che obbliga la segnalazione di attività sospette da parte delle Organizzazioni di Volontariato e delle Persone Giuridiche.
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