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Loreto 2020, i religiosi a Loreto e il servizio dei frati cappuccini

Come in tutti i santuari la vita religiosa fiorisce immediata per avere cura dei pellegrini così anche a Loreto religiosi uomini e donne hanno reso viva la cittadina che si sviluppava nei secoli.

Oggi la Basilica con la Santa Casa è curata dai frati cappuccini. Ma la storia è lunga.

La notizia più antica di religiosi residenti a Loreto è del 1350 e parla di un frate Stefano dei pinzoccheri, quei pii e devoti uomo e donne che vivevano in penitenza nei pressi di luoghi santi.

Nei testi più antichi si legge anche di monastero di San Giovanni , nel 1345 arriva una casa religiosa femminile.

Dal 1400 ci sono testimonianze di eremiti che vivono nella zona e una chiesa di Santa Maria di Loreto diventa punto di riferimenti per poveri e pellegrini. Non è certo se si tratti di eremiti o frati di ispirazione francescana.

Inizia così quella “domus eccllesie Sancte Marie de Laureto” che riunisce chierici diocesani e altri religiosi di diversa provenienza.

Ma la prima comunità religiosa riconosciuta come tale a Loreto è quella dei carmelitani. Nell’estate del 1488 arrivarono in 30  a Santa Maria di Loreto chiamati da Girolamo Basso Della Rovere per aiutare i chierici diocesani. I frati piacevano ai fedeli per la loro attività e austerità ma suscitano le invidie dei diocesani. Così dopo essersi ritirati a Recanati nel 1524 lasciarono Loreto.

Intanto fiorivano le tradizioni legate alla vita dei santi religiosi come l’agostiniano Nicola da Tolentino che avrebbe visto arrivare in volo la Santa Casa. Nicola morì a Tolentino nel 1303.

Ma intanto a Loreto le famiglie religiose si alternavano, come il gesuiti  che arrivarono a Loreto nel 1554 alloggiando nel Palazzo Apostolico. Gregorio XIII affidò loro anche la cura del Collegio Illirico.

Pochi anni dopo arrivarono all’interno della città murata. La costruzione della basilica era stata iniziata nella seconda metà del 1400 e di seguito anche il Palazzo Apostolico progettato da Donato Bramante. Davanti alla basilica c’è la statua di Sisto V, Papa francescano e marchigiano, che elevò Loreto nel 1586 al grado di città e diocesi.

La città e il santuario erano in quel momento nel cuore della attenzione dei Pontefici. Che quindi si  occupavano della cura pastorale cercando le famiglie religiose più adatte.

I cappuccini costruirono a Loreto un ospizio come loro dimora e la loro presenza diventò stabile all’inizio del 1600.

Così anche altre famiglie religiose edificarono degli ospizi destinati a loro stessi, per potere stare a Loreto senza dover andare in ostelli e osterie.

Era la Congregazione lauretana a dare i permessi e chiedeva l’impegno a servire in Santa Casa e alle necessità dei pellegrini.

Così il numero delle famiglie religiose si moltiplicò nei secoli e si arriva all’ ‘800 con la svolta sociale. I religiosi iniziano a fondare istituzioni di aiuto non solo ai pellegrini ma alle vedovi, agli orfani, ai poveri del territorio.

Intanto molti fondatori e fondatrici a Loreto come pellegrini avevano avuto ispirazione per le proprie famiglie religiose.

Un elenco lunghissimo di uomini e donne che ai piedi di Maria hanno pregato e cercato forza per la loro missione.

Oggi sono molti gli istituti presenti con case di assistenza e scuole.

Nella Basilica sono di servizio i Cappuccini. Nel 1557 avevano fondato un convento a Recanati la cui chiesa fu dedicata alla Madonna di Loreto, e si recavano al santuario per diversi servizi, così costruirono il loro ospizio nel 1595 e nel 1608 un primo convento e iniziarono anche il servizio di esorcisti oltre a diversi servizi per la Basilica come accendere i lumi del Tesoro e preparare le Ceneri per la Quaresima.

Ovviamente il servizio era anche pastorale con le confessioni e la predicazione.

Nel 1809 vennero espulsi dal Regno d’ Italia e poterono rientrare solo nel 1816.

Nel 1860 a seguito di un furto sacrilego nel santuario il commissario regio affidò ai cappuccini la direzione e la cura speciale della Santa Casa . A loro venne affidata anche la Congregazione universale della Santa Casa.

Con i Patti Lateranensi Pio XI affidò ai cappuccini l’officiatura, la penitenzieria e la custodia della basilica lauretana.

I cappuccini si trasferirono nel Palazzo Apostolico vi posero anche la sede dello Studio teologico dei cappuccini della Marche, iniziando ad occuparsi anche dell’archivio storico.

(La storia continua sotto)

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