Loreto, 01 September, 2020 / 10:00 AM
Una storia singolare è quella della immagine della Madonna di Loreto. Appurato che la Santa Casa è con molta probabilità la parte muraria appoggiata alla Grotta che è venerata a Nazaret
Altrettanto suggestiva è la storia della effige che noi oggi veneriamo e che ha la dalmatica. Perché all’inizio non era così.
Sempre guidati da padre Giuseppe Santarelli leggiamo negli atti del processo del 1315 ai ladri della Chiesa di Santa Maria di Loreto che essi presero le ghirlande d’argento con perle “sopra la immagine della Beata Vergine e sopra”. Il Ricci, storiografo lauretano, nella seconda metà del 1400 scrive che la immagine venerata nella Casa era una pittura dipinta forse da San Luca. In pratica una icona bizantina.
Nei sui racconti Ricci lo stupore dei fedeli che vedevano la icona: “A vedersi non finisce mai di saziare, ed è prodotta con tanta arte da sembrare in certo modo qualcosa di meraviglioso, tanto, infatti, l’immagine a mezza figura è eccellente. Bello il volto, un poco nero (…) E il volto verginale è tale che tu lo crederesti vivente”.
Certo non è l’immagine che vediamo oggi. L’idea secondo lo scrittore è che anche la immagine venga da Nazaret ed abbia “accompagnato” la Casa.
Di questa icona si parla poi in molti testi successivi come un inventario del del 1479 e integrandosi l’uno con l’altro si comprende come doveva essere la immagine.
La Vergine era raffigurata con il Bambino, era dipinto su tavola di piccole dimensioni, bizantina di colore scuro con il volto della Vergine tinteggiato di rosso, con uno stile che veniva attribuito a San Luca. Tutti i testi si concentrano sulla bellezza del volto di Maria.
La storia della iconografia lauretana è raccontata anche dalla placchetta dorata che reca la immagine della Madonna con il Bambino ritrovata in uno dei muri di sostegno della Santa Casa. Sarebbe del XIV secolo forse una copia di quella distrutta da un incendio del 1921?
C’è anche una scultura in rame dorato che potrebbe raffigurare la Madonna di Loreto ed è del XIV secolo, e poi una xilografia del XVI secolo che raffigura la Madonna, il Bambino e la Casa.
Maria ha i capelli lunghi e sciolti sulle spalle come nella icona bizantina, e così sarà anche la statua.
Una tavola bizantina del Quattro - Cinquecento descrive la Madonna con il Bambino su un trono di ali di Serafini quasi a sottolineare il senso e la storia del Santuario.
Della Traslazione ci sono molte immagini ovviamente una in particolare però mostra la Casa galleggiare sui flutti del mare. E’ una miniatura gotica custodita al Palazzo Reale di Milano.
Stampe quadri e miniature raccontano la traslazione dalla Dalmazia a Loreto e sempre con la immagine di una Madonna con il Bambino in braccio.
La icona venne sostituita da una statua e non si sa che fine fece la icona primitiva.
Nel 1797 la statua fu trafugata dalle truppe napoleoniche e restituita solo grazie al trattato di Tolentino, ma arrivò a Roma.
A San Salvatore in Lauro è esposta presso l’altare maggiore una delle poche copie seicentesche della statua della Madonna che era venerata nel Santuario di Loreto, purtroppo distrutta durante un devastante incendio nel 1921.
Nel periodo post napoleonico a Loreto fu esposta una copia e solo nel 1801 la immagine rientrò nel santuario. Ma per poco. L’incendio del 1921 la distrusse e quella che vediamo oggi è una copia scolpita con cedro del Libano proveniente dai Giardini Vaticani. Papa Pio XI la volle donare espressamente a Loreto nel 1922.
Gli elemento costitutivo del santuario di Loreto quindi sono le “sante pietre” della Casa della Madonna e una icona della Vergine col Bambino segnalata in documento del 1315 e poi sostituita con una statua.
E se si esclude l’arrivo delle “reliquie” sembra davvero impossibile immaginare la nascita di un santuario e una devozione mariana senza la traslazione della Santa Casa.
I santuario mariani in genere sorgono dopo un prodigio, ma a Loreto non si ricordano eventi del genere se non il trasporto del sacello che fecero poi di questo luogo uno dei santuari più famosi del mondo.
Sembra chiaro allora che leggenda e verità sono in perfetta armonia. Il materiale del nucleo originale della Casa è nazaretano, e la traslazione “miracolosa” una tradizione successiva che però nulla toglie al valore del santuario. Un luogo commemorativo della Incarnazione come quelli della Palestina in virtù di una insigne reliquia.
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