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Sant'Agostino e gli Agostiniani Scalzi

Sant'Agostino è stato uno dei più grandi padri della Chiesa. Il suo insegnamento fatto di fede ed amore è filtrato, lungo i secoli, nel molto bene compiuto oltre che nei suoi Scritti.

Convertito e battezzato diede vita ad una forma di vita apostolica, fondata sulla preghiera continua e sull'ascolto della Sacra Scrittura.

Nel 388 fondò il primo monastero a Tagaste e nel 391 venne ordinato sacerdote. Quell'esperienza non rimase isolata ma diede vita ad una serie di comunità che si ispirarono alla sua Regola. Questa, scritta per regolare la vita comunitaria, è un gioiello per semplicità e spessore.

Composta di pochi capitoli, per brevità e completezza, fu assunta come modello da diversi Ordini religiosi. San Domenico ed i Servi di Maria la utilizzarono per dare stabilità alle proprie istituzioni, arricchendola dei propri, per le varie necessità.

Sotto questa forma di vita vivono i Padri agostiniani e i religiosi Agostiniani scalzi. Questi ultimi che assumono il nome di Ordo Augustiniensium discalceatorum, vide la luce intorno alla prima metà del mille e duecento.

Nelle Costituzioni, riviste ed approvate nel 2020, si legge che :La vita agostiniana, sorta nella comunità di Tagaste, si diffuse evolvendosi in diverse forme secondo le esigenze dei tempi e le necessità della Chiesa.

Alessandro IV nel 1256 riunì vari gruppi eremitici, prevalentemente di ispirazione agostiniana, in comunità di vita contemplativa e attiva, costituendo l’Ordine degli Eremiti di S. Agostino .

In seguito alla riforma decretata dal Concilio di Trento, alcuni religiosi dell’Ordine degli Eremiti di S. Agostino, mossi dal Signore a seguire più strettamente lo spirito del loro S. Padre, verso la fine del secolo XVI diedero origine in Italia agli Agostiniani Scalzi.

Essi erano felici di servire l’Altissimo in spirito di umiltà, come Maria, nell’oggi della Chiesa. Ciò era favorito dai Superiori dell’Ordine e dai decreti di Clemente VIII” .

La loro storia si realizzò, nel 1517, quando il sacerdote Filippo Dolcetto decise di ritirarsi sul Monte Scalpello, in Sicilia, per vivere una vita di solitudine ed intensa preghiera, come eremita.

Costruita una piccola abitazione visse, in stretta unione con Dio, in quell'eremo che ispirava alla meditazione delle realtà eterne.

Poco tempo dopo, a lui, si unì frate Mariano e frate Matteo Rotolo e a loro si associarono altri uomini, desiderosi di vivere la stessa esperienza, ispirandosi alla Regola di Sant'Agostino.

Papa Clemente VIII, il 19 maggio 1592, con il decreto Decet Romanum Pontificem ne approvò l'istituzione. La novella realtà nacque per vivere, con maggiore aderenza, il carisma originario del grande Padre della Chiesa.

L'Ordine si diffuse, rapidamente, in Italia anche in altre nazioni, come la Francia, la Germania ed altri  paesi,  tanto che il Pontefice Paolo V con il breve Christi fidelium del 28 settembre 1610 e  con  il Sacri apostolatus Ministerio del 5 maggio 1620 ne confermò l'istituzione.

Gli Agostiniani Scalzi videro la loro autonomia dagli Agostiniani e dai Recolletti, con le Costituzioni approvate il 21 aprile 1931, .

Queste osservano che “chiamati alla santità, gli Agostiniani Scalzi, sull’esempio di S. Agostino e della prima comunità agostiniana di Tagaste, si propongono con l’aiuto della grazia di raggiungere la perfezione dell’amore evangelico, cercando e godendo comunitariamente, in un peculiare atteggiamento di umiltà, Dio, che è bene comune non privato ed è la somma di tutti i beni .

Questo carisma è sintetizzato nella formula: “Felici di servire l’Altissimo in spirito di umiltà”. (Cost.n. 8).

L'Ordine rappresenta una spiritualità di vita attiva e contemplativa. Oltre ai voti di povertà, castità ed obbedienza, ne professano un quarto detto di umiltà, che impone loro di non ambire  ad alcuna carica, fuori dell'Ordine. Ciò è il tratto caratteristico dell'ascetica di Sant'Agostino che volle, per i suoi figli, una vita di interno ed esterno raccoglimento spirituale.

Coerenti con quanto professato, nelle loro Costituzioni, si legge che “Il motivo essenziale per cui vi siete insieme riuniti è che viviate unanimi nella casa e abbiate unità di mente e di cuore protesi verso Dio, concretizzano l’ascesi nella pienezza della vita comune, secondo il modello della prima comunità di Gerusalemme”.

Incarnando l'amore di Dio, nelle loro realtà, sono coscienti di cercare la voce del Padre che abita nei singoli fedeli come in altrettanti suoi templi e nei fedeli riuniti insieme come nel suo tempio” .(Cost. Parte I n.4).

Seguendo Sant'Agostino, si impegnano a condurre una vita di preghiera e fraterna.

Tra loro spiccarono, per santità, il venerabile Santo di San Domenico, il servo di Dio fratel Luigi Chmel, professo morto a 25 anni ed infine padre Ignazio Barbagallo.

 

 

(La storia continua sotto)

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