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Un servizio di EWTN News

L'Anno di Giovanni Paolo II, Maria Goretti vince la mentalità disimpegnata e neopagana

“Maria Goretti, adolescente di appena dodici anni, si è mantenuta pura da questo mondo, come scrive San Giacomo, a costo anche della stessa vita; ha preferito morire, piuttosto che offendere Dio. “No! – disse al suo scatenato uccisore – È peccato! Dio non vuole! Tu vai all’inferno!”.

Purtroppo la sua fede non valse a fermare il tentatore, che poi grazie al suo perdono e alla sua intercessione si pentì e si convertì. Essa cadde martire della sua purezza.

Maria Goretti, luminosa nella sua bellezza spirituale e nella sua già raggiunta eterna felicità, ci invita proprio ad avere fede ferma e sicura nella “parola di Dio”, unica fonte di verità, e ad essere forti contro le insinuanti e avvolgenti tentazioni del mondo. Una cultura volutamente antimetafisica produce logicamente una società agnostica e neopagana, nonostante gli sforzi encomiabili di persone oneste e preoccupate del destino dell’umanità. Il cristiano è posto oggi a una continua lotta, diventa anch’egli “segno di contraddizione” per le scelte che deve operare”.

Era il 1 settembre del 1979 e Giovanni Paolo II era a Nettuno e così ricordava la grande piccola santa di cui nel 2002 si sarebbe celebrato il centenario del martirio.

Aprendo le celebrazioni il 6 luglio di quell’anno Giovanni Paolo inviò una lettera al vescovo di Albano: “Quale fulgido esempio per la gioventù! La mentalità disimpegnata, che pervade non poca parte della società e della cultura del nostro tempo, fatica talora a comprendere la bellezza e il valore della castità. Dal comportamento di questa giovane Santa emerge una percezione alta e nobile della propria e dell'altrui dignità, che si riverberava nelle scelte quotidiane conferendo loro pienezza di senso umano”.

Una storia che sembra tanto lontana dalla vita di oggi, ma che proprio per questo il Papa ha voluto ricordare con attenzione nel suo testo.

“Santa Maria Goretti - scrive il Papa- fu una ragazza alla quale lo Spirito di Dio donò il coraggio di restare fedele alla vocazione cristiana sino al supremo sacrificio della vita. La giovane età, la mancanza di istruzione scolastica e la povertà dell'ambiente in cui viveva non impedirono alla grazia di manifestare in lei i suoi prodigi. Anzi, proprio in tali condizioni apparve in modo eloquente la predilezione di Dio per le persone umili”.

Una storia di gente povera per il mondo ma ricca di una fede profonda: “Quale fulgido esempio per la gioventù! La mentalità disimpegnata, che pervade non poca parte della società e della cultura del nostro tempo, fatica talora a comprendere la bellezza e il valore della castità. Dal comportamento di questa giovane Santa emerge una percezione alta e nobile della propria e dell'altrui dignità, che si riverberava nelle scelte quotidiane conferendo loro pienezza di senso umano. Non v'è forse in ciò una lezione di grande attualità? Di fronte a una cultura che sopravvaluta la fisicità nei rapporti tra uomo e donna, la Chiesa continua a difendere e a promuovere il valore della sessualità come fattore che investe ogni aspetto della persona e che deve quindi essere vissuto in un atteggiamento interiore di libertà e di reciproco rispetto, alla luce dell'originario disegno di Dio. In tale prospettiva, la persona si scopre destinataria di un dono e chiamata a farsi, a sua volta, dono per l’altro".

Una analisi perfetta anche oggi a quasi 20 anni di distanza quella di Giovanni Paolo II: “È innegabile che molte sono le minacce odierne all'unità e alla stabilità della famiglia. Fortunatamente, però, accanto ad esse si riscontra una rinnovata coscienza dei diritti dei figli ad essere allevati nell'amore, custoditi da ogni genere di pericoli e formati in modo da poter affrontare a loro volta la vita con fiducia e fortezza”.

E c’è poi la grande testimonianza del perdono “offerto all'uccisore e il desiderio di poterlo ritrovare, un giorno, in paradiso. Si tratta di un messaggio spirituale e sociale di straordinario rilievo per questo nostro tempo”.

Il Papa richiama il Giubileo del 2000 “caratterizzato da un profondo richiamo al perdono, nel contesto della celebrazione della misericordia di Dio. L'indulgenza divina per le miserie umane si pone come esigente modello di comportamento per tutti i credenti. Il perdono, nel pensiero della Chiesa, non significa relativismo morale o permissivismo. Al contrario, esso richiede il pieno riconoscimento della propria colpa e l'assunzione delle proprie responsabilità, come condizione per ritrovare vera pace e riprendere fiduciosamente il proprio cammino sulla strada della perfezione evangelica.

Possa l'umanità introdursi con decisione nella via della misericordia e del perdono! L'uccisore di Maria Goretti riconobbe la colpa commessa, domandò perdono a Dio e alla famiglia della Martire, espiò con convinzione il proprio crimine e per tutta la vita si mantenne in queste disposizioni di spirito. La mamma della Santa, per parte sua, gli offrì senza reticenze il perdono della famiglia nell'aula del tribunale dove si tenne il processo. Non sappiamo se sia stata la mamma a insegnare il perdono alla figlia o il perdono offerto dalla Martire sul letto di morte a determinare il comportamento della mamma. È tuttavia certo che lo spirito del perdono animava i rapporti all'interno dell'intera famiglia Goretti, e per questo con tanta spontaneità poté esprimersi sia nella Martire che nella mamma”.

E fu proprio Giovanni Paolo II a comporre una preghiera per “ Marietta”  come avevano già fatto i suoi predecessori. Eccola: “Bambina di Dio, tu che hai conosciuto presto la durezza e la fatica, il dolore e le brevi gioie della vita; tu che sei stata povera e orfana,tu che hai amato il prossimo facendoti serva umile e premurosa;tu che sei stata buona e hai amato Gesù sopra ogni altra cosa;tu che hai versato il tuo sangue per non tradire il Signore;tu che hai perodonato il tuo assassino, intercedi e prega per noi,affinchè diciamo sì al disegno di Dio su di noi. Ti ringraziamo, Marietta, dell'amore per Dio e per i fratelli che hai seminato nel nostro cuore. Amen”.

 

 

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