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Un servizio di EWTN News

Cardinale Pell: “Per i preti, il denaro è una insidia più grande del sesso”

Il Cardinale Pell durante il videomessaggio al Global Institute of Church Management

“Mi sono spaventato quando, poco dopo la mia venuta a Roma, ho scoperto che Madre Teresa di Calcutta aveva detto che per i preti c’erano due grandi sfide: una riguarda la sessualità, l’altra i soldi. E che per lei il percolo proveniente dal denaro era più grande e forte di quello della errata sessualità”. Lo ha sottolineato il Cardinale George Pell, prefetto emerito della Segreteria per l’Economia vaticano, in un videomessaggio inviato a un evento del Global Institute di Church Management della Pontificia Università della Santa Croce a Roma.

Il Global Institute è una società non profit basata negli Stati Uniti, lanciata proprio con l’evento di ieri, che è l’estensione del programma di Church Management attivato presso la Santa Croce nel 2014, su richiesta dello stesso cardinale Pell.

Nel suo videomessaggio, il Cardinale ha sottolineato che “senza dubbio, il denaro è uno dei doni di Dio, ma è anche una fonte di tentazione”, e ha aggiunto che “dire che la Chiesa non è un business non ci dà alcuna giustificazione per essere inefficienti, e ancor meno per essere corrotti”.

Il ricordo di Madre Teresa riguarda i primi tempi del Cardinale Pell a Roma. Chiamato da Papa Francesco a far parte del suo Consiglio dei Cardinali, il Cardinale Pell è stato poi colui che ha guidato la grande riforma della finanza vaticana e primo prefetto della Segreteria per l’Economia. Nel 2017, il Cardinale ha preso congedo dal dicastero per tornare in Australia e difendersi da accuse infamanti di abusi, che lo hanno portato prima ad una condanna (molto controversa) e al carcere, e poi alla totale assoluzione.

Il Cardinale Pell ha sottolineato che “Nostro Signore ha avuto molto da dire sui ricchi, è stato molto chiaro sul tema. E ancora una volta mi ricordo di essere rimasto sconcertato quando lessi che Nostro Signore aveva condannato l’amore dei ricchi più di quanto avesse condannato l’ipocrisia”. Non solo: il Cardinale ricorda che Gesù ha preso la frusta solo contro i mercanti del tempio.

“Il denaro – sottolinea il cardinale – è un qualcosa contaminato. Ho profondamente amato il mio lavoro con i soldi, è piuttosto affascinante, ma deve essere controllato e gestito”.

Quindi, il Cardinale Pell ha sottolineato che “la Chiesa non è un business. La Chiesa è soprannaturale. Ma crediamo nell’incarnazione, che Dio ha inviato il suo solo figlio a vivere con noi. E così portiamo la presenza di Cristo e di Dio nelle nostre comunità e dobbiamo usare denaro e metodologia appropriata per farlo”.

Il Cardinale sottolinea che le priorità non devono mai essere invertite, e che lui ha sempre sostenuto che “è più difficile convertire una persona a Cristo che riformare le finanze vaticane”.

Per questo, il Cardinale Pell loda il lavoro del Global Institute for Church Management, che è “essenziale nella Chiesa per sviluppare disciplina e virtù”, dato che “una cosa è avere una visione spirituale, mentre altra cosa è avere un piano o un progetto. Ovviamente, per implementare quelle cose c’è bisogno di una abilità manageriale, una capacità umana che è allenata e formata per scopi buoni e divini”.

Parlando della sua esperienza in carcere, il Cardinale Pell ha detto di aver avuto “abbastanza tempo per pregare ogni giorno, e così ho fatto. Lo ho fatto perché era il mio dovere, ed era personalmente di aiuto. Ma oltre a quello, dovevo fare dei passi pratici. Avevo una vita molto regolare, ed ero probabilmente più in salute quando sono uscito di prigione che quando sono entrato”.

Allo stesso modo – ha concluso il Cardinale – “quando arriviamo a vedere alle imprese della Chiesa, ai modi in cui serviamo le persone, non è sufficiente pregare in maniera regolare, essere persone di gran fervore. Dobbiamo mettere la nostra visione in azione”.

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