“Mi sono spaventato quando, poco dopo la mia venuta a Roma, ho scoperto che Madre Teresa di Calcutta aveva detto che per i preti c’erano due grandi sfide: una riguarda la sessualità, l’altra i soldi. E che per lei il percolo proveniente dal denaro era più grande e forte di quello della errata sessualità”. Lo ha sottolineato il Cardinale George Pell, prefetto emerito della Segreteria per l’Economia vaticano, in un videomessaggio inviato a un evento del Global Institute di Church Management della Pontificia Università della Santa Croce a Roma.
“La Santa Sede, nel confermare la propria fiducia nella giustizia australiana, prende atto della decisione dell’Alta Corte australiana di accogliere la richiesta di appello presentata dal Cardinale George Pell, consapevole che il Cardinale ha sempre affermato la propria innocenza.
Il Cardinale George Pell, prefetto emerito della Segreteria per l’Economia, torna in carcere. È stato infatti respinto il suo appello contro la condanna dello scorso 13 marzo a sei anni per abusi. Dal momento della sentenza, il cardinale già iniziato a scontare la pena. L’udienza di appello si è tenuta il 5 e 6 giugno. Ora, la conferma del reato di colpevolezza. I legali del Cardinale hanno 28 giorni di tempo per presentare l’ultimo ricorso possibile all'Alta Corte di Australia.
Tornerà in Australia per affrontare i capi di imputazione, e per quel periodo sarà in congedo dall’incarico di prefetto della Segreteria per l’Economia: così reagisce il Cardinale George Pell alla notizia di essere indagato per una serie di capi di accusa che riguardano abusi sessuali, e incassa l’appoggio di Papa Francesco che ne apprezza il lavoro per le riforme.
Certo è difficile non vedere un nesso, almeno ideale, tra la vittoria dell’ Oscar per miglior film di “Il caso Spotlight” in una notte californiana e l’inizio dell’interrogatorio del cardinale australiano Pell quasi nelle stesse ore, da parte della Commissione statale che in Australia indaga su casi di abusi sessuali in quel paese.