Città del Vaticano , 11 September, 2015 / 10:51 AM
Perdono e misericordia. Sono i temi affrontati stamane dal Papa, nel corso della omelia pronunciata nella Messa quotidiana a Santa Marta.
Francesco ha ricordato l’importanza di non giudicare per non essere a nostra volta giudicati: “Il primo passo è l’accusa di se stessi. Il coraggio di accusare se stessi, prima di accusare gli altri. E Paolo loda il Signore perché lo ha eletto e rende grazie perché ‘mi ha dato fiducia mettendo me al suo servizio, perché io ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma è stata misericordia”.
E’ importante – ha soggiunto il Pontefice – non essere ipocriti. “L’uomo e la donna che non imparano ad accusare se stessi diventano ipocriti. Tutti. Incominciando dal Papa in giù: tutti. Se uno di noi non ha la capacità di accusare se stesso e poi dire, se è necessario, a chi si devono dire le cose degli altri, non è cristiano, non entra in questa opera tanto bella della riconciliazione, della pacificazione, della tenerezza, della bontà, del perdono, della magnanimità, della misericordia che ci ha portato Gesù Cristo”.
Piuttosto – ha concluso Papa Bergoglio – “risparmiamo i commenti sugli altri e facciamo commenti su noi stessi. E questo è il primo passo su questa strada della magnanimità. Perché quello che sa guardare soltanto le pagliuzze nell’occhio dell’altro, finisce nella meschinità: un’anima meschina, piena di piccolezze, piena di chiacchiere”. Seguiamo “il consiglio di Gesù: essere generosi nel perdono, essere generosi nella misericordia”.
Infine la nuova stoccata contro le chiacchiere: "Per canonizzare una persona - ha ricordato il Papa - c’è tutto un processo, c’è bisogno del miracolo; poi la Chiesa la proclama santa. Ma se si trovasse una persona che mai, mai, mai avesse parlato male dell’altro la si potrebbe canonizzare subito!"
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