Città del Vaticano , 18 March, 2020 / 3:00 PM
Il mercoledì della III settimana di Quaresima la tradizione del pellegrinaggio stazionale porta a San Sisto vecchio. Ma la chiesa è da tempo chiusa per restauro. Da qualche tempo si sostituisce con la chiesa di fronte dedicata ai santi Nereo ed Achilleo alle Terme di Caracalla. Quella che vediamo oggi nel nostro pellegrinaggio virtuale è una chiesa carolingia, costruita da Papa Leone III all’inizio del IX secolo che ha sostituito un’altra chiesa dedicata ai due martiri della catacomba di Domitilla.
Forse l’antica chiesa dei santi Nereo ed Achilleo aveva preso il posto di una parrocchia, un titulus, chiamato titulus Fasciolae, il cui nome secondo la tradizione era legato alla leggenda di San Pietro. Mentre stava per lasciare Roma, fuggito dal carcere Mamertino, fuori dalla Porta Capena avrebbe perso una benda, una fasciola, che gli fasciava le ferite. Una pia matrona avrebbe raccolto la fasciola.
Nereo ed Achilleo invece sono martiri importanti sepolti nella catacomba di Domitilla, dove una chiesa semi-ipogea ancora oggi conserva il luogo della loro sepoltura. Probabilmente erano soldati romani diventati cristiani, e perciò uccisi durante la crudele persecuzione di Diocleziano.
La liturgia stazionale prevede sempre l’ascolto della Parola di Dio secondo la liturgia del giorno, e la recita del salmo 50, ma anche le Litanie dei Santi,
In occasione del giubileo del 1475, nell'àmbito del programma di edificazione portato avanti da papa Sisto IV, la chiesa venne ricostruita una prima volta, mentre risale al giubileo del 1600 l'ultima delle grandi ristrutturazioni, finanziata dal Cesare Baronio, morto nel 1607, cardinale titolare della chiesa. La chiesa è affidata alla congregazione degli oratoriani di San Filippo Neri.
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