Città del Vaticano , 20 February, 2020 / 2:00 PM
Il prossimo 2 marzo, anniversario dell’elezione e del genetliaco di Papa Pio XII, la Santa Sede - per volontà di Papa Francesco - aprirà gli Archivi relativi al pontificato di Eugenio Pacelli, Papa dal 1939 al 1958.
“La Chiesa non ha paura della storia, anzi, la ama, e vorrebbe amarla di più e meglio, come la ama Dio! Quindi, con la stessa fiducia dei miei Predecessori, apro e affido ai ricercatori questo patrimonio documentario”. Con queste parole Papa Francesco ha spiegato lo scorso anno tale decisione.
Sarà questa dunque l’occasione - forse definitiva - per smontare la ormai pluridecennale “leggenda nera” che ha avvolto la figura di Papa Pio XII. Un Papa che - storicamente - ha lottato contro il nazismo e si è battuto per difendere il popolo ebraico perseguitato da Hitler. Se è vero che Pio XII non fece mai denunce aperte e pubbliche, è altrettanto vero e incontestabile che si spese per salvare quanti più ebrei possibile. Il Vaticano e praticamente ogni chiesa di Roma nascondevano persone di religione ebraica per espressa volontà del Papa.
Spesso vengono citate dichiarazioni che alimentano gli attacchi nei confronti di Papa Pacelli mentre si tende a dimenticare le numerose testimonianze anche di eminenti esponenti del mondo ebraico - dopo la fine della II Guerra Mondiale e fino alla morte del Pontefice - a favore di Pio XII.
Una di queste, forse la più significativa, è stata citata il 9 ottobre 2008 da Papa Benedetto XVI nell’omelia della Messa per il 50° anniversario della morte di Pio XII.
“Quando il martirio più spaventoso - era la citazione di Benedetto XVI - ha colpito il nostro popolo, durante i dieci anni del terrore nazista, la voce del Pontefice si è levata a favore delle vittime: noi piangiamo la perdita di un grande servitore della pace”. Queste parole furono scritte nel telegramma di cordoglio per la morte del Papa da Golda Meir, all’epoca ministro degli Esteri dello Stato d’Israele e successivamente - dal 1969 al 1974 - Primo Ministro.
In occasione della morte di Pio XII anche Elio Toaff, stimato e indimenticabile Rabbino Capo di Roma e alfiere del dialogo tra ebrei e cattolici, usò parole di affetto e riconoscenza per il Papa defunto. “Più di chiunque altro - disse Toaff - noi abbiamo avuto modo di beneficare della grande e caritatevole bontà e della magnanimità del rimpianto Pontefice, durante gli anni della persecuzione e del terrore, quando ogni speranza sembrava esser morta per noi”.
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