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Un servizio di EWTN News

Cristiani d'Oriente,la questione caldea e assira negli anni '30 come oggi luogo di martiri

“Scorrendo l’introduzione e le pagine, sembra purtroppo di leggere i molti documenti che pervengono anche oggi da parte dei Rappresentanti Pontifici e dei Pastori delle diverse Chiese del Vicino e del Medio Oriente, con tante domande che erano presenti allora e lo sono ancora oggi”.

Così il cardinale Sandri Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali ha presentato l’opera in quattro tomi "La Questione Caldea e Assira 1908-1938" di Georges-H. Ruyssen, SJ al Pontificio istituto orientale sabbio 9 novembre scorso.

“Penso - ha detto il cardinale- ai temi delle emigrazioni forzate, agli episodi di persecuzione e martirio, al dibattito se creare o meno delle aree protette per i cristiani in Siria o Iraq, con i rischi dei diversi nazionalismi assiri o caldei, oppure di pensare il Libano come unico Paese che possa accogliere i cristiani della Regione, ai rapporti ecumenici tra le diverse Chiese dell’area, alle tensioni con alcuni gruppi evangelici occidentali nella distribuzione degli aiuti e nei tentativi di proselitismo, al silenzio internazionale che calò sulle sofferenze di allora ancora più che su quelle che coinvolsero il popolo armeno, il problema di garantire la permanenza delle popolazioni cristiane e quello di accogliere coloro che invece preferiscono emigrare in occidente ma non debbono vedere disperso il patrimonio della rispettiva tradizione ecclesiale di appartenenza nei nuovi territori che si vengono ad abitare”.

Dal punto di vista diplomatico il Prefetto ha sottolineato come “attraverso l’opera curata dal Padre Ruyssen viene alla luce come una forma alta di accompagnamento e di servizio alle Chiese e alle popolazioni, specie le più provate, un vero e proprio servizio ecclesiale. Senza questa capillare presenza, allora come oggi, i deboli avrebbero ancora meno voce, e tante tragedie passate nel silenzio complice e colpevole dei diversi attori internazionali”.

L’autore stesso nella sua relazione ha spiegato come è arrivato, dopo aver pubblicato i volumi sulla questione armena, a lavorare su questo tema grazie alla possibilità di accedere agli archivi vaticani anche con notevoli difficoltà perché “il materiale archivistico è disseminato in tanti fondi diversi per il semplice motivo che gli assiri e i caldei, dopo la partizione dell’Impero ottomano in seguito alla Prima Guerra mondiale, si diffusero non solo sul territorio della Turchia (Anatolia), ma anche nelle regioni della Siria (Mandato francese) e dell’Iraq (Mandato britannico e poi Regno dell’Iraq), senza dimenticare la loro concentrazione nei paesi della Persia (Salmas & Ourmiah, oggi Iran). Questo ci ha portato a consultare per esempio i fondi delle varie Delegazioni apostoliche in Turchia, Siria, Iraq e in Persia, nonché i fondi di tutte le diocesi caldee in questi paesi”. Come ricostruire un puzzle.

Inoltre ciascun volume è dedicato ad un vescovo caldeo martire nel periodo 1915-1918 e di cui il processo di beatificazione è in corso.

Il rettore del Pontifificio Istituto Orientale padre David Nazar SJ ha ricordato proprio i martiri : “Attraverso la pubblicazione dei documenti che riguardano il Seyfo ( il genocidio assiro) l’opera di P. Ruyssen ha dato luce a una storia che traccia finalmente le origini di un conflitto che ha causato tanti martiri, allora come oggi.

Proprio il 31 ottobre scorso sono stati ricordati dal Segretario di Stato il Cardinale Parolin i 48 martiri che vennero uccisi nel 2010 nella chiesa di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso a Baghdad, e in questi stessi giorni l’intero Medio Oriente ha risposto in maniera solidale ai disordini “ordinati” di Beirut - come ha avuto modo di accennare in una dichiarazione recente il Patriarca Sako”.

Monsignor Noël Farman in rappresentanza del Patriarca Louis Raphaël Sako ha ricordato;. “Nel febbraio scorso 2019 fui testimone della visita del Cardinale Sako al Pontificio Istituto Orientale per incontrare il P. Georges-Henri Ruyssen sj, esprimendo la sua gratitudine e anche le sue raccomandazioni ultime per finalizzare questa opera immensa.

Sua Beatitudine ha allora suggerito che il titolo dell’opera documentale portasse i nomi delle due comunità coinvolte negli eventi storici narrati, cioè la comunità caldea e la comunità assira. Ed è appunto nel comunicato stampa inviato a Rome il 20 febbraio scorso che questo punto fu accennato alla luce dei voti per l’unità dei cristiani caldei e assiri”. Una richiesta di unità anche attraverso la storia. 

 

 

 

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