Papa Francesco lo aveva chiesto nel chirografo del 17 dicembre 2019: Pontificia Università Gregoriana, Pontificio Istituto Orientale e Pontificio Istituto Biblico dovevano diventare una sola realtà. Ora quel processo di merging, come si direbbe in linguaggio finanziario, è completato, e dal 19 maggio 2024 saranno in vigore i nuovi Statuti della Pontificia Università Gregoriana, che completerà così la transizione. I tre istituti diventeranno così solo uno.
"Mai avremmo pensato di vivere una pandemia all’inizio del terzo millennio, mai avremmo immaginato di attraversare un conflitto che in modo sempre più preoccupante sembra unire i pezzi di quello che Papa Francesco aveva da tempo chiamato come guerra mondiale".
Dopo aver istituito la Congregazione per le Chiese Orientali, con il motu proprio Orientis Catholici pubblicato il 15 ottobre 1917 Benedetto XV erigeva il Pontificio Istituto Orientale.
E’ stato inaugurato ieri, compatibilmente con le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, l’anno accademico 2020/2021 del Pontificio Istituto Orientale.
“Scorrendo l’introduzione e le pagine, sembra purtroppo di leggere i molti documenti che pervengono anche oggi da parte dei Rappresentanti Pontifici e dei Pastori delle diverse Chiese del Vicino e del Medio Oriente, con tante domande che erano presenti allora e lo sono ancora oggi”.
Lo scorso anno si è celebrato il 1030esimo anniversario del Battesimo della Rus’, e questo evento fu sottolineato in un incontro che l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ebbe con Papa Francesco il 3 luglio dello scorso anno.
“Quello che ha fatto Daesh contro i cristiani della città Mosul e della piana di Ninive è l’esempio concreto della fede della nostra gente che ha preferito lasciare tutto, persino i documenti personali per custodire la fede in Cristo.
Una divina liturgia presieduta dal Vescovo Eparchiale di Lungro, Donato Oliverio, e la presenza della comunità arbëreschë, italo-albanese è stata la apertura dell’ Anno accademico del Pontificio Istituto Orientale.
Papa Francesco dopo il Sinodo sulla Famiglia dell’ottobre 2014, ha promulgato il 15 agosto 2015 i due motu proprio: Mitis Iudex Dominus Iesus per la Chiesa latina e Mitis et Misericors Iesus per le Chiese orientali cattoliche con lo scopo di snellire i processi di nullità matrimoniale nella Chiesa.
Tra i nostri valori contemporanei c’è ancora una “cultura costituzionale”’? E’ uno degli interrogativi cui tenta di dare una risposta un convegno di studio di due giornate che si svolge il 17 e 18 novembre al Pontificio Istituto Orientale promosso dal Presidente della Corte Costituzionale della Repubblica di Armenia e dal Centro di Cultura Costituzionale di Yerevan a Roma.
Nel corso della Visita al Pontificio Istituto Orientale - in occasione dei 100 anni di fondazione - Papa Francesco ha lasciato al Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Orientale, un messaggio in cui Francesco invita docenti e studenti a interrogarsi "circa la missio che dovrà compiere questo Istituto in futuro".
100 anni fa "infuriava la Prima Guerra Mondiale; oggi noi viviamo un’altra guerra mondiale, anche se a pezzi. E vediamo tanti nostri fratelli e sorelle cristiani delle Chiese orientali sperimentare persecuzioni drammatiche e una diaspora sempre più inquietante". Lo ha ricordato Papa Francesco, nell'omelia pronunciata stamane nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in occasione del centenario dell'istituzione del Pontificio Istituto Orientale e della fondazione della Congregazione per le Chiese Orientali.
Una anno di celebrazioni e convegni che culminerà con il 12 ottobre con la messa celebrata da Papa Francesco nella basilica di Santa Maria Maggiore. Il Pontificio Istituto Orientale celebra i cento anni anche con un Convegno su “Identità di una missione futura, tra passato e presente” .
“Le cerimonie funebri oggi in Siria di vivono con una intensità molto particolare, perché spesso si tratta di veri e propri martiri”.
Inculturazione è una parola che sembra essere nata solo dopo il Concilio Vaticano II. In effetti il cristianesimo si è sempre “innestato” nelle tradizioni locali e pre cristiane e in alcuni casi anche pre romane. Come in Romania dove la antica religione daca ha lasciato delle eredità nei canti natalizi cristiani.
C’è una “saggezza che nasce da un’ostinata resistenza di ciò che è autentico”, scrive Papa Francesco nella Evangelii gaudium, e i 100 anni di vita del Pontificio Istituto orientale sono una occasione anche per fermarsi a riflettere su come a questa saggezza si legata la salvaguardia e la pace sulla terra.
Il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali - entrato in vigore 25 anni fa - "vuole essere strumento per il futuro delle Chiese Orientali Cattoliche, perché esse recuperino l’autenticità per essere veri testimoni della propria tradizione ecclesiale; si inseriscano con piena consapevolezza nel cammino della Chiesa, soprattutto laddove sono state temporaneamente escluse da circostanze storiche, per dare il loro contributo allo sviluppo della cattolicità, superino la dispersione di forze e progettualità per una robusta e ordinata crescita ecclesiale". Lo ha detto il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, intervendo al Simposio organizzato in occasione delle celebrazioni per il centenario della stessa Congregazione e del Pontificio Istituto Orientale.
Non solo questioni teologiche ma anche questioni ecumeniche si intrecciano nell’interpretazione del Codice di Diritto Canonico Orientale. Si comprende da una conferenza di tre giorni al Pontificio Istituto Orientale, organizzato nell’ambito dei festeggiamenti del centenario dell’Istituto. E lo si comprende ancora meglio parlando con l’arcivescovo Cyril Vasil, segretario della Congregazione della Chiese Orientali, che nel suo intervento ha parlato della differenza tra Patriarcati e Arcivescovati maggiori.
L’anno prossimo a Gerusalemme, amano ripetere gli ebrei nei giorni della Pasqua, e per molti secoli anche i cristiani nelle loro preghiere mettevano il desiderio di visitare la Terra che aveva visto la vita di Gesù.
Per la Siria “Non servirebbe una nuova conferenza di pace, un tentativo ulteriore di mediazione?” La domanda l’ha posta il cardinale Sandri, Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali durante il convengo del Pontificio Istituto Orientale che ha aperto le celebrazioni dei 100 di fondazione. La Siria, Damasco, Aleppo, vivono una guerra senza fine.