Città del Vaticano , 06 November, 2019 / 9:41 AM
Papa Francesco prosegue il suo "viaggio" con il libro degli Atti degli Apostoli. Nell'Udienza generale odierna in Piazza San Pietro, il Pontefice narra le prove dell'apostolo Paolo vissute ad Atene.
"Paolo sceglie di entrare in familiarità con la città e inizia così a frequentare i luoghi e le persone più significativi. Va alla sinagoga, simbolo della vita di fede; va nella piazza, simbolo della vita cittadina; e va all’Areopago, simbolo della vita politica e culturale. Incontra giudei, filosofi epicurei e stoici, e molti altri. Non si chiude, va a parlare con tutta la gente", racconta Francesco.
Francesco pone l'accento: "Paolo non guarda la città di Atene e il mondo pagano con ostilità, ma con gli occhi della fede - Paolo sceglie lo sguardo che lo spinge ad aprire un varco tra il Vangelo e il mondo pagano. Nel cuore di una delle istituzioni più celebri del mondo antico, l’Areopago, egli realizza uno straordinario esempio di inculturazione del messaggio della fede: annuncia Gesù Cristo agli adoratori di idoli".
E come riesce Paolo a fare tutto questo? Lo spiega Papa Francesco: "Per rivelare l’identità del dio che gli Ateniesi adorano, l’Apostolo parte dalla creazione, cioè dalla fede biblica nel Dio della rivelazione, per giungere alla redenzione e al giudizio, cioè al messaggio propriamente cristiano. Egli mostra la sproporzione tra la grandezza del Creatore e i templi costruiti dall’uomo, e spiega che il Creatore si fa sempre cercare perché ognuno lo possa trovare".
Paolo si allontana, perchè da molti viene deriso. Il suo tentativo sembra fallito, e invece "alcuni aderiscono alla sua parola e si aprono alla fede". "Tra questi un uomo, Dionigi, membro dell’Areopago, e una donna, Damaris. Anche ad Atene il Vangelo attecchisce e può correre a due voci: quella dell’uomo e quella della donna -conclude Papa Francesco - Chiediamo anche noi oggi allo Spirito Santo di insegnarci a costruire ponti con la cultura, con chi non crede o con chi ha un credo diverso dal nostro. Chiediamogli la capacità di inculturare con delicatezza il messaggio della fede".
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