Napoli, 21 March, 2015 / 11:55 AM
Dopo l’abbraccio di Scampia il Papa si fa abbracciare dal cuore di Napoli. La messa la celebra a Piazza del Plebiscito con migliaia di fedeli di tutta la città. E se a Scampia aveva risposto alle domande degli immigrati, dei senza lavoro, di chi vuole il meglio per la città, se a Scampia aveva ancora gridato contro il lavoro nero, la corruzione, lo sfruttamento, se aveva ricordato che tutti siamo migranti sulla terra, nella omelia della messa il tono diventa più intenso, liturgico. Il Papa “sociale” lascia il posto all’appassionato di spiritualità ignaziana. “ Oggi sono venuto a Napoli per proclamare insieme a voi: Gesù è il Signore! Nessuno parla come Lui! Lui solo ha parole di misericordia che possono guarire le ferite del nostro cuore. Lui solo ha parole di vita eterna.” Ricorda un po’ il Giovanni Paolo II del 1990 Francesco. “La parola del Signore, ieri come oggi, provoca sempre una divisione tra chi la accoglie e chi la rifiuta” ci costa osservarla, ma è potente, è la potenza dell’amore che non conosce confini. “La parola di Gesù, il santo Vangelo, insegna che i veri beati sono i poveri in spirito, i non violenti, i miti, gli operatori di pace e di giustizia. Questa è la forza che cambia il mondo!”
Tornano i temi a lui cari, la missionarie, la misericordia, l’accoglienza: “Quando i cuori si aprono al Vangelo, il mondo comincia a cambiare e l’umanità risorge! Se accogliamo e viviamo ogni giorno la Parola di Gesù, risorgiamo con Lui.” E il Papa grida: “Lo dico a tutti, in modo particolare a voi giovani: apritevi alla potenza di Gesù Risorto, e porterete frutti di vita nuova in questa città: frutti di condivisione, di riconciliazione, di servizio, di fraternità. Lasciatevi avvolgere, abbracciare dalla sua misericordia.”
Poi i consigli diventano più diretti: “non lasciatevi rubare la speranza! Non cedete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi disonesti. Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini. La corruzione e la delinquenza non sfigurino il volto di questa bella città! Ai criminali e a tutti i loro complici la Chiesa ripete: convertitevi all’amore e alla giustizia! Lasciatevi trovare dalla misericordia di Dio! Con la grazia di Dio, che perdona tutto, è possibile ritornare a una vita onesta. Ve lo chiedono anche le lacrime delle madri di Napoli, mescolate con quelle di Maria, la Madre celeste invocata a Piedigrotta e in tante chiese di Napoli. Queste lacrime sciolgano la durezza dei cuori e riconducano tutti sulla via del bene.”
Napoli non deve ripiegarsi su se stessa, ma deve aprirsi e “trovare nella misericordia di Cristo, che fa nuove tutte le cose, la forza per andare avanti con speranza, la forza per tante esistenze, tante famiglie e comunità. Sperare è già resistere al male. Sperare è guardare il mondo con lo sguardo e con il cuore di Dio. Sperare è scommettere sulla misericordia di Dio, che è Padre e perdona sempre e perdona tutto.”
Poi la frase che aveva già detto a Scampia “E ca ‘a Maronna v’accumpagne!” E anche se la piazza non è piena scoppiano spesso gli applausi. Il coro della diocesi di Napoli con più di mille elementi ha eseguito il Tu se Petrus di monsignor Vincenzo De Gregorio, che lo ha anche diretto, Abate Prelato della Cappella del Tesoro di San Gennaro, e direttore del Pontificio istituto di musica sacra. Nella Piazza troneggiavano le gigantografie dei santi recentemente canonizzati di Napoli.
Il cardinale Sepe nel suo saluto ha ricordato: “ Non abbiamo dovuto ricorre a manuali di teologia per sapere che il nucleo della morale cristiana non consiste nel non cadere mai, ma nel rialzarsi sempre.” Finita la messa il Papa in auto si è recato al carcere di Poggioreale per il pranzo con un centinaio di detenuti.
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