Papa Francesco in Piazza San Pietro continua il ciclo di catechesi su “I vizi e le virtù”, incentrando la sua riflessione sul tema "La speranza", una delle virtù teologali. Quest'ultima risponde ad alcune domande molto particolari quali “Che ne sarà di me? Qual è la meta del viaggio? Che ne è del destino del mondo?”. Tutti ci accorgiamo che una risposta negativa a queste domande produce tristezza", dice subito il Papa.
“Voi giovani siete la gioiosa speranza di una Chiesa e di un’umanità sempre in cammino. Vorrei prendervi per mano e percorrere insieme a voi la via della speranza. In questi due anni di preparazione al Giubileo mediteremo prima sull’espressione paolina «Lieti nella speranza», per poi approfondire quella del profeta Isaia: «Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi»”. Lo scrive il Papa nel messaggio per la XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù che sarà celebrata nelle Chiese particolari il prossimo 26 novembre sul tema «Lieti nella speranza».
Dal 24 al 30 luglio si svolgerà alla ‘Domus Pacis’ di Assisi la 58^ sessione di Formazione Ecumenica promossa dal SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) – APS dal titolo ‘In tempi oscuri, osare la speranza, Le parole della fede nel succedersi delle generazioni. Una ricerca ecumenica’,che in continuità con l’appuntamento dell’anno scorso tratto dal libro dell’Esodo (‘Racconterai a tuo figlio), continuerà la ricerca ecumenica su come tramandare le parole della fede da una generazione all’altra: al centro quest’anno sarà la capacità di suscitare speranza, in tempi così densi di contraddizioni e la necessità di trovare un linguaggio che comunichi anche attraverso le barriere culturali, ambientali o linguistiche.
Sono tre i cartelli della strada verso la speranza, secondo la visione di Papa Francesco. E il loro senso e significato li ha dipanati in un messaggio inviato alla 49° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che inizia oggi a Taranto e che ha come tema “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. Tutto è connesso”. Un tema, sottolinea il Papa, che porta con sé “un anelito di giustizia”.
“La risposta del Signore è un modello di proposta di vita e di proposta vocazionale: ‘Venite e vedete’. E così i due discepoli sono andati e sono rimasti con Lui, inizialmente per un giorno e poi per tutta la vita.
“Per noi cristiani, il futuro ha un nome e questo nome è speranza. La speranza è la virtù di un cuore che non si chiude nel buio, non si ferma al passato, non vivacchia nel presente, ma sa vedere il domani. Per noi cristiani, cosa significa il domani?
“Gesù ci vuole dire che dobbiamo essere preparati all’incontro con Lui. Non solo all’incontro finale, ma anche all’impegno di ogni giorno in vista di quell’incontro, per il quale non basta la lampada della fede, occorre anche l’olio della carità e delle opere buone”.
La Special Edition del Meeting dell’Amicizia tra i popoli, svoltosi al Palacongressi di Rimini, si è conclusa con le testimonianze di quattro donne che, in altrettanti angoli del mondo, affrontano situazioni spesso disumane con ‘una speranza che non delude’, un ponte gettato verso la prossima edizione (la 42^) che si svolgerà dal 20 al 25 agosto 2021 con il titolo ‘Il coraggio di dire io’.
“Dio, con la sua parola, chiama alla vita, ed ogni cosa accede all’esistenza. Con la parola, separa la luce dalle tenebre, alterna il giorno e la notte, avvicenda le stagioni, apre una tavolozza di colori con la varietà delle piante e degli animali. In questa foresta straripante che rapidamente sconfigge il caos, per ultimo appare l’uomo!”
"Umanamente parlando, ci sarebbero stati tutti i motivi, per Maria, di gridare a Dio: "Mi hai ingannata!", o, come gridò un giorno il profeta Geremia: "Mi hai sedotta e io mi sono lasciata sedurre!" e scappare giù per il Calvario. Invece ella non scappò, ma rimase "in piedi", in silenzio, e così facendo è divenuta, in modo tutto speciale, martire della fede, testimone suprema della fiducia in Dio, dietro il Figlio". Nella sua terza predica di Quaresima, registrata dalla cappella Redemptoris Mater, il predicatore della Casa pontificia invita a riflettere su Maria ai piedi della croce.
“Epidemie, guerre, carestie, terremoti, fame e quant’altro sono momenti in cui la tentazione della disperazione è ancora più forte. Si giunge come i discepoli di Emmaus a coniugare al passato il verbo ‘sperare’ che dovrebbe invece aprire al futuro: ‘Speravamo’ (Lc 24,13-53).
Come vivere la Pasqua? Papa Francesco lo dice ancora in una intervista ad un giornale, La Stampa di Torino: “Con penitenza, compassione e speranza. E umiltà, perché tante volte ci dimentichiamo che nella vita ci sono le “zone oscure”, i momenti bui”.
“Vorrei sottolineare in questa occasione, tre aspetti storici che erano presenti dalla fondazione e rimangono ancora pilastri attuali: fede, carità e speranza”. Così il Papa in un videomessaggio in occasione del quinto centenario di fondazione di San Cristobal dell’Avana.
E’ terminato il 22/mo viaggio apostolico di Papa Francesco. L’aereo con a bordo il Pontefice ha lasciato Lima ed è atteso a Roma nel primo pomeriggio di domani.
La Messa nella Base Aerea Las Palmas di Lima è l’ultima tappa del viaggio apostolico di Papa Francesco in Perù.
Davanti alla realtà della morte proviamo “il dispiacere per il distacco dalle persone che ci sono state vicine e ci hanno fatto del bene” ma anche “la speranza per loro e per noi stessi”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia in occasione della Messa celebrata stamane in San Pietro in suffragio dei cardinali e vescovi defunti nel corso dell’anno.
La dimensione della speranza come “attesa vigilante”. E’ questo il tema dell’Udienza Generale odierna in Piazza San Pietro. Il Papa spiega principalmente come “questo mondo esige la nostra responsabilità, e noi ce la assumiamo tutta e con amore”. Perchè “Gesù vuole che la nostra esistenza sia laboriosa, che non abbassiamo mai la guardia, per accogliere con gratitudine e stupore ogni nuovo giorno donatoci da Dio”.
Chi sono i nemici della speranza cristiana? Papa Francesco lo spiega nella catechesi dell’Udienza Generale odierna in Piazza San Pietro. Perché anche la speranza, “come ogni bene in questo mondo, ha dei nemici”.
Educare alla speranza. E’ il tema principale dell’Udienza Generale odierna in Piazza San Pietro di Papa Francesco. Il Pontefice immagina di parlare direttamente ad un giovane. E per questo, per tutta la catechesi, usa la forma del “tu”. Come un padre ad un figlio.
E’ la consolazione divina il tema della riflessione del Papa questa mattina di agosto. E arriva tra nel tante notizie di morte che ogni minuto riempiono i notiziari.