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Un servizio di EWTN News

CEI, “La logica dell’ecologia integrale ricorda che la struttura del pianeta è fragile”

Una foresta amazzonica

È “Biodiversità, ricchezza da tutelare” il tema del messaggio dei vescovi italiani per la Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, che si celebra l’1 settembre. Il messaggio è stato redatto dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali, del lavoro, della giustizia e della pace e dalla Commissione per l’Ecumenismo.

La dimensione ecumenica è particolarmente importante per la celebrazione della Giornata della preghiera della Custodia del Creato. Dal 2017, Papa Francesco e il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo firmano un messaggio congiunto sul tema. La giornata è nata, tra l’altro, su iniziativa ortodossa, e si celebra l’1 settembre perché quello il giorno del “capodanno ortodosso”.

Il messaggio dei vescovi italiani prende le mosse dalla sezione sulla biodiversità dell’enciclica Laudato Si, e ricorda che il tema è centrale anche nell’instrumentum laboris del prossimo Sinodo speciale sulla regione Pan-Amazzonica.

I vescovi italiani sottolineano lo “sguardo contemplativo” sulla biodiversità dell’enciclica Laudato Si, che va dal bacino del Congo alle barriere coralline fino alla foresta dell’Amazzonia.

Ma “l’invito alla contemplazione della bellezza si salda con la percezione della minaccia che grava sulla biodiversità, a causa di attività e di forme di sviluppo che non ne riconoscono il valore”. I vescovi sottolineano dunque che “la logica dell’ecologia integrale ricorda che la struttura del pianeta è delicata e fragile, ma anche fondamentale per la vita della famiglia umana”.

Nella creazione, continuano i vescovi, tutto è connesso, e quindi “intaccare tale rete significa mettere a rischio alcune delle fondamentali strutture della vita con un comportamento irresponsabile”.

Per i vescovi italiani, “l’attenzione ai più poveri è condizione di possibilità per una vera salvaguardia della biodiversità”, e per questo “siamo chiamati a convertirci, facendoci custodi della terra e della biodiversità che la abita”.

I vescovi raccomandano di “favorire le pratiche di coltivazione realizzate secondo lo spirito con cui il monachesimo ha reso possibile la fertilità della terra senza modificarne l’equilibrio”, ma anche di “utilizzare nuove tecnologie orientate a valorizzare, per quanto possibile, il biologico” e di “conoscere e favorire le istituzioni universitarie e gli enti di ricerca, che studiano la biodiversità e operano per la conservazione di specie vegetali e animali in via di estinzione”.

I vescovi invitano anche ad “opporsi a tante pratiche che degradano e distruggono la biodiversità”, come il land grabbing, la deforestazione, il proliferare delle monoculture, il consumo crescente del suolo, le dinamiche finanziarie che cercano di monopolizzare la ricerca.

Non basta, però, opporsi, Servono anche “politiche efficaci e stili di vita sostenibili”, valorizzando “le buone pratiche promuovono la biodiversità”, che in Italia “contribuisce in molte aree al benessere e alla creazione di opportunità di lavoro, specie nel campo dell’agricoltura”.

I vescovi chiedono pertanto ad ogni comunità di impegnarsi “in una puntuale opera di discernimento e di riflessione”, per “conoscere il patrimonio dei nostri territori, riconoscerne il valore, promuoverne la custodia”.

I vescovi, infine, ricordano il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2019, in cui viene sottolineato che il creato “attende che finalmente gli esseri umani manifestino la loro realtà profonda di figli, anche in comportamenti di amore e di cura per la ricchezza della vita”, perché “solo un’umanità così rinnovata sarà all’altezza della sfida posta dalla crisi socio-ambientale”.

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