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Il saio di San Francesco, una memoria che parla di Dio

San Francesco di Assisi (1181-1226) è stato, senza dubbio, uno fra i più grandi santi che la Chiesa ricordi. La sua rivoluzione è stata emblematica, in quanto ha affrontato la propria esperienza, religiosa ed umana, mettendo in pratica le parole del vangelo.

In quel piccolo mondo, quel modo di essere aveva ed ha, tutt'ora, del coraggio e della forza di animo che, insieme alla forte fede, fa di quest'uomo, un punto di riferimento per tutti i secoli che sono venuti, dopo quella scelta.

Leggendo i testi che ci ha lasciato (La Regola, il Testamento grande e quello di Siena, le lettere ed altro) è evidente come il suo punto di forza, fosse quello di sognare un'esistenza povera, umile e silenziosa.  Francesco non fece del vangelo, una teoria ma una gioiosa pratica che lo condusse alla vera letizia perchè immessa nella vita di Dio. Sempre lieto e felice dialogava con il mondo, rimanendo grande, partendo da quel piccolino con cui firmava i suoi scritti. Francesco è un gigante della fede, che si sente minimo, perchè guarda a Dio e da questo scende all'uomo.

Proveniente da una delle migliori famiglie di Assisi il suo gesto, forse non fu compreso ne dai suoi genitori ne dai suoi concittadini. Si spogliò di tutto, rimanendo nudo per rivestirsi di Dio. Un segno forte com'era quel suo amore per il Padre che veste i gigli nei campi ed insegna a non preoccuparsi, con ansia, per il domani ma solo del Regno dei cieli.

Il giovane di Assisi rovesciò gli ideali del suo mondo:all'onore scelse l'umiltà; alla ricchezza la povertà ed alla potenza la minorità. La sua sequela Christi fu difficile, ma voluta con quel trasporto che sa di amore.

Oltre ai suoi figli, ai suoi scritti ed alle chiese, che ha riparato, del santo abbiamo l'unica cosa che non possedeva, per propria esplicita volontà, ma che indossava:il suo abito.

Questo è quello che indossò, probabilmente, dal 1215 e se ne privò nel momento in cui morì, lasciandolo all'Ordine, in quel 4 ottobre 1226.Volle essere poverissimo tanto da non avere ne un abito ne un luogo  proprio, per poter essere erede di quel Regno, nel quale entra chi meno possiede. E lui non aveva nulla, ad eccezione del Tutto di Dio.

L'abito è un saio di lana grigia, filata a mano, come si usava all'epoca. E' una veste composta da più parti di vari colori, cucite insieme: mostra non solo la povertà, ma qualcosa di più, ovvero le fattezze spirituali dell'uomo che lo portò. Guardandolo si resta ammirati  ed in silenziosa meditazione, per quel senso di essenzialità e venerazione che fanno di San Francesco, quel perfetto imitatore di Cristo, che tutti possono sentire vicino alla propria esistenza.

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