Città del Vaticano , 15 April, 2019 / 9:00 AM
Esattamente 70 anni fa - era il 15 aprile 1949, Venerdì Santo - Papa Pio XII pubblicava l’Enciclica Redemptoris Nostri dedicata allo status di Gerusalemme. Una questione ancora oggi quanto mai attuale.
All’indomani della fine della prima guerra arabo-israeliana, il Papa ricordava che “si è ancora lungi dallo stabilire effettivamente in Palestina la tranquillità e l'ordine. Ci giungono ancora le implorazioni di tanti e tanti profughi, di ogni età e condizione, costretti dalla recente guerra a vivere in esilio, sparsi in campi di concentramento, esposti alla fame, alle epidemie e ai pericoli di ogni genere. Esortiamo tutte le persone nobili e generose a soccorrere secondo le loro possibilità questi esuli, sofferenti e privi di tutto, rivolgiamo un caldo appello a coloro cui spetta provvedere, perché sia resa giustizia a quanti, costretti dal turbine della guerra a lasciare le loro case, non bramano che ricostituire in pace la loro vita”.
La questione di Gerusalemme era già stata affrontata da Pio XII nell’enciclica In multiplicibus e in questa nuova enciclica il Papa invita i “fedeli di qualsiasi parte del mondo ad adoperarsi con ogni mezzo legale, affinché i loro governanti e tutti coloro ai quali spetta la decisione di così importante problema si persuadano a dare alla città santa e ai suoi dintorni una conveniente situazione giuridica, la cui stabilità, nelle presenti circostanze, può essere assicurata e garantita soltanto da una comune intesa delle nazioni amanti della pace e rispettose dei diritti altrui”.
Pio XII chiede che si provveda poi “alla tutela di tutti i luoghi santi, che si trovano non solo in Gerusalemme e nelle sue vicinanze, ma anche in altre città e villaggi della Palestina”. Il Papa chiede nello specifico per i luoghi santi la protezione di “uno statuto giuridico, garantito da una forma di accordo o di impegno internazionale”.
“Dio - conclude Pio XII - guardi benigno il mondo intero, ma specialmente quella terra, bagnata dal sangue del divin Redentore, affinché sopra gli odi e i rancori trionfi la carità di Cristo, che sola può essere apportatrice di tranquillità e di pace”.
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