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Padre Cantalamessa: “La battaglia contro l’idolatria non è terminata”

“La vera impresa della vita” è “la nostra conversione”, sradicando ogni forma d’idolatria. È questo il cuore della terza predica di Quaresima tenuta da Padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, alla presenza di Papa Francesco e dei membri della Curia Romana. Al centro della riflessione: “L’idolatria, antitesi del Dio vivente”.

Secondo quanto diffuso dal portale Vatican News, per il predicatore la “battaglia contro l’idolatria non è purtroppo terminata con la fine del paganesimo storico”, ma “è sempre in atto”, “gli idoli hanno cambiato nome, ma sono più che mai presenti”.

“C’è un’idolatria nascosta che insidia l’uomo religioso - insiste il cappuccino - quando quest’ultimo adora “l’opera delle proprie mani”, mettendo “la creatura al posto del Creatore”. E la creatura “può essere la casa o la chiesa che costruisco, la famiglia che creo, il figlio che ho messo al mondo”.

Al fondo di ogni idolatria c’è l’autolatria, il culto di sé, l’amor proprio, il mettere se stesso al centro e al primo posto nell’universo, sacrificando a esso tutto il resto”, afferma Cantalamessa.

Dunque, se il peccato “è consistito in un ripiegamento su se stessi”, “la conversione più radicale consiste nel raddrizzarci e ri-volgerci a Dio”.

Conclude infine Padre Raniero: “Se mi schiero con tutto me stesso dalla parte di Dio, contro il mio io, divento suo alleato; siamo in due a combattere contro lo stesso nemico e la vittoria è assicurata. Il nostro io, come un pesce tirato fuori dalla sua acqua, può guizzare ancora e dimenarsi per un po’, ma è destinato a morire. Non è però un morire, ma un nascere”.

 

 

 

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