Rabat, 27 February, 2019 / 4:00 PM
Alla vigilia del viaggio di Papa Francesco in Marocco, l’arcivescovo di Rabat Cristobal Lopez chiede a tutti i fedeli di non concentrarsi tanto sul Papa come “celebrità”, ma piuttosto di ascoltare il suo messaggio.
Scrive l’arcivescovo: “Quando il saggio segnala il sole con il dito, l’idiota guarda il suo dito, dice un proverbio. Il Papa non è il sole, lui è il dito. Guardiamo il sole, che è Cristo, e non il dito”.
L’arcivescovo Lopez ricorda che “più che quello che farà il Papa in Marocco, sarà importante l’atteggiamento con cui viene e con cui dobbiamo accoglierlo”. Papa Francesco, prosegue l’arcivescovo di Rabat, “viene come pastore universale, come padre di tutti i cristiani cattolici, come persona di buona volontà che vuole incontrare tutti coloro che sono anche di buona volontà”.
Ricordando le parole del motto della visita, l’arcivescovo Lopez sottolinea che Papa Francesco viene come “Servitore della speranza” e dunque “viene per riempirci di speranza, per darci forza, per riprenderci dallo scoraggiamento, per infondere entusiasmo, per annunciarci il Vangelo”.
L’arcivescovo di Rabat sottolinea quindi che ci si deve ricordare che il Papa “non è un Dio, ma una persona umana come noi. Non è l’obiettivo, ma i mezzi. L’obiettivo è Cristo. Il Papa è lo strumento e il dito che segnala Cristo, e la voce che annuncia il suo messaggio, il Vangelo. La nostra preoccupazione e il nostro desiderio non dovrebbero essere quelli di stringerli la mano o fare un selfie con lui. L’attenzione deve essere posta sull’ascolto delle sue parole, sulla recezione del suo messaggio, anche nei gesti”.
Il 26 febbraio, la Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto il luogo in cui si celebrerà la Messa a Rabat: è il centro sportivo Principe Moulay Abdullah, stadio costruito nel 1983 che ha una capienza di 52 mila persone. Si è completato così il programma della visita, che vedrà anche una visita alla Scuola degli Imam voluta nel 2015 da re Mohammad VI.
Il messaggio dell’arcivescovo Lopez si prodiga in consigli. Chi vuole partecipare alla Messa, scrive, dovrà “avere pazienza per l’attesa e passare le necessarie misure di sicurezza”, ma questo varrà la pena, ed essere presenti sarà necessario perché “per i cristiani, l’Eucarestia è il culmine e la fonte di tutta la vita cristiana: possiamo dire che la Messa con il Papa sarà anche il culmine della sua visita e fonte di tutto ciò che risulterà dalla presenza tra di noi”.
L’arcivescovo Lopez ricorda anche che “ci sarà un incontro interreligioso aperto a tutti, marocchini e non marocchini”, e quello “sarà probabilmente il momento in cui ascoltare il discorso del Papa rivolto a tutti i marocchini e gli stranieri presenti nel Paese”.
L’arcidiocesi di Rabat ha anche preparato un sussidio di preparazione, con una serie di documenti. Tra questi, “Servitori della speranza”, la Lettera Pastorale della Conferenza Episcopale del Nord Africa (CERNA), che riunisce i vescovi di Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e Sahara Occidentale consegnata a Papa Francesco durante la visita ad limina dei vescovi della regione nel marzo 2015, e che guardava alle nuove sfide della regione. È questo anche il motto della visita di Papa Francesco.
Un altro documento riguarda l’Ottocentesimo anniversario dell’incontro tra San Francesco e il sultano, che è uno dei temi sullo sfondo di questa visita. E non va dimenticato che i primi martiri francescani diedero la vita per il Vangelo proprio in Marocco. Infine, la Chiesa in Marocco ha dato ai fedeli un documento esplicativo sulla Chiesa e il Papa e la Dottrina Sociale della Chiesa.
“Non sarà possibile trattare tutto prima dell’arrivo del Papa – dice l’arcivescovo Lopez – ma i materiali rimarranno a nostra disposizione da utilizzare fino alla fine dell’anno”.
Quindi, l’invito: “Ognuno nell’ordine che preferisce e nel modo più semplice, ma dovete iniziare, dovete mettervi in viaggio! Arriva il Papa! Prepariamoci!!”
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