Panama, 26 January, 2019 / 9:00 AM
Un Venerdì della Misericordia inconsueto per Papa Francesco, svoltosi a 50 km da Panama, a Pacora, una piccola cittadina che deve il suo nome alla grandi distese di palme. Le stesse palme che circondano il Centro de Cumplimiento de Menores, il carcere minorile modello che il Santo Padre ha chiesto di voler visitare durante la Giornata Mondiale della Gioventù per portare speranza e misericordia ai giovani detenuti che ci vivono dentro.
Un centro modello dove i ragazzi svolgono attività molto diverse fra loro come la scuola, i laboratori di formazione, la panetteria o la falegnameria ma che racchiude storie difficili fatte di violenza, di abbandono familiare, di situazioni al limite, di droga che avvolgono i volti di questi 120 ragazzi, provenienti da ogni angolo del paese. Sono i pellegrini delle “periferie”, che attendevano la visita di un Padre, così da poter mettere piede in questa giornata mondiale dei giovani anche solo con il cuore, con una parola di ristoro e talvolta di libertà. Come Jonathan, nome di fantasia, il ragazzo che ha voluto portare la sua testimonianza al Pontefice e che è stato beneficiato dal giudice da una misura di libertà condizionale, così da poter riabbracciare i suoi familiari.
Altri come Jairo, 22 anni, uno dei 5 ragazzi confessati da Papa Francesco, che ad ACI Stampa ha raccontato di essersi sentito più “liberato interiormente” e “di aver ritrovato la gioia, la pace, la speranza” grazie a questo incontro; e di come il Papa gli "abbia trasmesso tutto ciò non soltanto attraverso il sacramento della riconciliazione ma grazie alla forza che emana dalla sua figura”.
A tutti questi ragazzi il Papa ha voluto ricordare, parlando a braccio, di non farsi corrodere dalle “tarme interiori che vi dicono che non ce la farete. Ripetete a voi stessi ogni mattina quando vi svegliate: io ce la posso fare!”
Come Luis, che racconta di come si sia ripreso da quelle tarme interiori dopo aver commesso due omicidi a soli 19 anni: “Credo fermamente nel perdono di Dio. Lui mi aiuta ad andare avanti ogni giorno. Ho lasciato la mia vita nelle sue mani”.
È la prima volta nella lunga storia delle Gmg che la liturgia penitenziale ha luogo in un carcere. Ma la vera notizia è che con Dio è possibile cambiare e che nessuno è veramente slegato dalla Sua misericordia, e questa è stata la lezione dei pellegrini di Pacora.
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