Città del Vaticano , martedì, 3. novembre, 2015 9:00 (ACI Stampa).
Due anni fa, all’inizio del suo servizio per la Santa Sede Francesca Immacolata Chaouqui, allora membro della COSEA, tenne un incontro informale organizzato da un giornale che si occupa di politica per parlare della sua esperienza. Ecco il mio resoconto di quella serata come è stato pubblicato su www.korazym.org il 12 novembre del 2013.
Un giovedì pomeriggio di un inizio di novembre mite, la Galleria Alberto Sordi di Roma, Happy hour time e qualche giovane in giacca e magari anche cravatta. Lo scenario perfetto per un meeting tra uomini d’affari? Nella realtà romana è stato lo scenario di un meeting tra certa mondanità finanziaria e Francesca Immacolata Chaouqui la giovane esperta di comunicazione che è entrata a far parte della Pontificia Commissione referente sull’Organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede che il Papa ha istituito lo scorso 18 luglio. Di Vaticano e vaticonologia in effetti c’è pochissimo nel pomeriggio glamour organizzato da una nota rivista politico finanziaria che di Vaticano tratta con qualche punta di veleno. Ma c’è tanta curiosità per la giovane calabro-egiziana le cui foto diveggianti inondano la rete. E lei del resto le foto se le fa scattare dai professionisti. Paparazzi più o meno famosi che vendono i loro prodotti a riviste di gossip.
Sorridente, ma non troppo, look tipo ragazza-della-porta-accanto, ma con elegante tacco dodici, Francesca sa come concedersi senza strafare, ma dietro la professionalità si vede che non è nel mood. Lo capisci quando, nella chiacchierata- intervista tra un bicchiere di prosecco e un fritto vegetale, dopo avere ripetuto concetti come : “il Papa è un grande comunicatore con i gesti ed è l’unico leader perché annulla le distanze”, definisce la Santa Sede una azienda.
Le domande del pubblico sono prevedibili, le risposte anche di più: come vedi il ruolo della donna nella Chiesa di Papa Francesco? Basta vedere Maria nella Chiesa e ormai si deve smettere di parlare di maschi o femmine ma di persone. E ancora: cosa pensi si possa fare nella comunicazione del Vaticano per cambiare pagina dopo libri, articoli e veleni? E lei: “Io penso che ci sia necessità di una maggiore responsabilità da parte degli operatori della comunicazione, perché l’esigenza dell’ immediatezza ha cambiato il livello giornalistico necessario. E il Vaticano come qualsiasi altra azienda ha subito questo problema della immediatezza della comunicazione.”
E conclude con un bel discorsetto: che si stia attenti al senso della notizia e che il senso della notizia non prevalga sul senso etico. Anche l’intervistatore si risente un po’ e sottolinea che anche i comunicatori delle “aziende” devono essere responsabili.