Città del Vaticano , lunedì, 2. novembre, 2015 16:19 (ACI Stampa).
L’acronimo COSEA è arrivato solo dopo. All’inizio, si chiamava molto più pomposamente Pontificia Commissione Referente di Studio e di Indirizzo sull’Organizzazione della Struttura Economico-Amministrativa della Santa Sede. Era stata istituita con un chirografo il 18 luglio del 2013, e faceva seguito di circa un mese all’altra Pontificia Commissione referente stabilita da Papa Francesco, quella incaricata di valutare la situazione dello IOR e una sua possibile riforma, e poi conosciuta con l’acronimo di CRIOR. Ma la vera novità della COSEA era di essere composta nella quasi totalità da laici.
Unico ecclesiastico, Monsignor Lucio Vallejo Balda, segretario della Prefettura degli Affari Economici, che fungeva da Segretario alla COSEA, oggi oggetto delle indagini per la fuga di documenti. Gli altri membri erano: Joseph F.X. Zahra, che fungeva da presidente; Jean-Baptiste de Frannsu; Enrique Llano; Jochen Messemer; Jean Videlain-Sevestre; George Yeo; e Francesca Immacolata Chaouqui, anche lei oggetto delle indagini sulla fuga dei documenti.
Compito della COSEA era quello di analizzare i dipartimenti economici vaticani e fare eventuali proposte per la razionalizzazione delle loro attività. Per tutto il tempo in cui è stata in vigore, la commissione ha avuto libero accesso ai libri contabili degli enti vaticani, ha incontrato dipendenti, ha stilato le sue proposte per farne un sistema economico più efficiente e razionale.
Nel farlo, si erano avvalsi anche di molte società di consulenza esterne, come la McKinsey, la KPMG e la Ernst & Young, per cui tra l’altro lavorava Francesca Immacolata Chaouqui al tempo dell’incarico in Vaticano.
Il 24 febbraio 2014, Papa Francesco stabilisce la Segreteria per l’Economia e il Consiglio per l’Economia con il motu proprio Fedelis Dispensator et Prudens. Raccogliendo alcuni dei suggerimenti della COSEA, il Papa sostituisce il vecchio Consiglio dei 15 (ovvero il Consiglio per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede, tutto formato da cardinali) con il Consiglio per l’Economia, una sorta di ministero delle Finanze. A sedere nel Consiglio, non più solo cardinali, ma otto cardinali e sette laici.