Firenze , lunedì, 20. luglio, 2015 12:44 (ACI Stampa).
Nasceva 500 anni fa, il 21 luglio a Firenze. E per questo motivo una epigrafe sarà posta sulla casa natale di San Filippo Neri, che già Papa Francesco ha definito “un modello per la missione permanente della Chiesa.” La festa comincia da stasera, con un incontro internazionale di tutte le famiglie religiose che si richiamano alla spiritualità di San Filippo Neri all’oratorio filippino di piazza San Firenze. E poi, la Messa del 21 luglio, celebrata dal Cardinal Betori, arcivescovo di Firenze. Il mattino alle 10 sarà invece posta una lapide sulla sua casa natale, in via dei Serragli 104.
Bambino allegro e attento agli altri, come raccontava la sorella Elisabetta, Filippo Neri nacque nel 1515 da un padre notaio, Francesco Neri da Castelfranco di Sotto; la madre, Lucrezia da Mosciano, morì presto.
Il periodo che visse non fu dei più semplici per la storia di Firenze, perché sono gli anni della storia della Repubblica e dell’assedio. La sua parrocchia era la chiesa di San Pier Gattolini, o Serumido ma di sicuro frequentò il convento di San Marco. A diciotto anni fu mandato presso dei parenti a Montecassino per lavorare come commerciante. Pochi mesi dopo, è già a Roma, a seguire la vocazione.
La casa natale di San Filippo Neri si trovava accanto al monastero delle Convertite, che poi è diventato fu opificio di fabbricazione della seta, istituto ortopedico, rimessa degli omnibus, fabbrica di liquori e poi Asilo per orfani e artigianelli. Lì, nel terzo centenario della canonizzazione, fu posta una epigrafe con queste parole: “Al glorioso padre degli Oratoriani Filippo Neri, in Roma apostolo tanto grande quanto piaceva a lui farsi piccolo, sovrano conquistatore di anime e con arti da Dio insegnategli educatore di giovani”. L’epigrafe ricorda anche un pozzo, che veniva chiamato pozzo di San Filippo alle Convertite: si racconta che i malati ne bevessero l’acqua per recuperare la salute.
Ora, una nuova lapide celebrerà i 500 anni dalla nascita del santo la cui “paternità spirituale – aveva ricordato Papa Francesco, nel messaggio per il Cinquecentenario - traspare da tutto il suo agire, caratterizzato dalla fiducia nelle persone, dal rifuggire dai toni foschi ed accigliati, dallo spirito di festosità e di gioia, dalla convinzione che la grazia non sopprime la natura ma la sana, la irrobustisce e la perfeziona.”