Roma, 21 October, 2018 / 3:00 PM
Ti ringraziamo, Signore, per tutto quello che la Regina Isabella ha fatto per la fede cattolica, per la sua vita familiare e per l'azione di governo che furono sempre ispirati e sostenuti da un'intensa vita spirituale".
Comincia così la preghiera che invoca l'Intercessione di Isabella di Castiglia, nata nel 1451 e morta nel 1504, e perché possa presto essere riconosciuta pubblicamente la sua santità, per poterla pregare ufficialmente davanti a tutti.
Il foglio con la preghiera, illustrata dalla riproduzione di una meravigliosa miniatura, si può trovare nella cappella reale di Granada. La cappella conserva i corpi della sovrana e del marito Ferdinando d'Aragona, e i monumenti funebri sono grandiosi ma nello stesso tempo toccanti, commoventi. La visitiamo in una calda giornata di ottobre, tra una pioggia sottile e sprazzi di luce del sole. I turisti non mancano, ciononostante non si avverte un senso di caos, rumori, di "invasione" come solitamente accade in luoghi ad alta densità turistica.
Isabella e Ferdinando, i sovrani cattolici per eccellenza, coloro che hanno unito la Spagna, hanno guidato la Reconquista, hanno permesso a Cristoforo Colombo di scoprire le Americhe, riposano insieme nei secoli, mentre nella pietra sono incisi i loro volti solenni e sereni, i loro corpi trasfigurati in una bellezza senza tempo.
Isabella è stata proclamata "Serva di Dio", il, primo scalino verso gli onori degli altari. Ma la causa di beatificazione si è fermata, proprio quando Papa Giovanni Paolo II era pronto a imprimere un 'accelerazione al processo di canonizzazione.
La sua figura è stata spesso bollata come "controversa", in bilico tra luci e ombra. La sua opera di unificazione della Spagna come causa della cristianità, con la Reconquista che sottraeva territori, paesi e città ai sovrani moreschi, poi la cosiddetta cacciata degli ebrei e le conversioni di massa, l'istituzione dell'Inquisizione: tutti elementi che se nel Quattrocento, e per diversi secoli, la resero, insieme al marito Ferdinando di Aragona, esempio e mito,oggi la rendono "ostica " secondo i parametri del politically correct e addirittura, secondo alcuni, un ostacolo per il dialogo ecumenico.
Neppure tutta questa ostilità, incarnata in molta letteratura che ha mirato a distruggerne il peso nella storia, la grandezza umana e la profondità della fede, additata come ottusa bigotteria, con una fitta trama di calunnie e pregiudizi, nonostante tutto questo il fascino della regina non è stato cancellato. Intrattenersi per qualche tempo davanti al suo sepolcro -insieme a lei e al consorte sono sepolti anche la figlia Giovanna detta la Pazza e il marito Filippo il Bello - può darne una prova concreta.
Anche il turista più distratto e meno incline al misticismo sembra essere calamitato dall'aura sacrale che il monumento sprigiona.
Nel bookshop del museo attiguo alla cattedrale di Granada e della cappella tra i molti oggetti e libri in vendita ci sono i volumi e i dvd ispirati dalla serie tv spagnola dedicata appunto a lei, Isabella. In questi giorni la prima stagione di questa serie viene mandata in onda da Rai Premium, reduce da un grande successo. Si racconta la formazione di Isabella come quella di una giovanissima donna che non vuole farsi manipolare e che sceglie il proprio destino, costi quel che costi. Appare come una figura moderna, forte, capace di imporre la propria volontà.
La sua infanzia è stata segnata dal rapimento da parte della madre, che l'ha costretta a vivere nella corte del suo fratellastro re Enrico IV. Ha subito la perdita del fratello Alfonso e affrontato una dolorosa guerra civile, ha difeso il suo diritto di scegliersi liberamente il marito, Ferdinando d'Aragona, è diventata regina a soli 23 anni. Certo, la fiction prevedibilmente mette in ombra la profondità della fede di Isabella e la sua vita interiore.
Per ritrovare un'immagine a tutto campo e riequilibrare il, quadro delle informazioni, si può fare riferimento almeno a due opere: il saggio di Jean Dumont, dal titolo "La regina diffamata", uscito già da alcuni anni, e quello di José Maria Zavala, " Isabella intima", uscito nel 2014, però non ancora tradotto in italiano,
restituendo la sua dimensione di grande regina e grande donna di fede.
Molte interessante come operazione culturale è stata l'incisione di un disco dedicato a Isabella, dal titolo "Un Libro de Horas de Isabel la Catolica", grazie all'iniziativa dell'ensamble vocale Odhecaton guidato dal direttore Paolo Da Col. Questo cd rappresenta la colonna sonora di uno dei tanti Libri d'Ore che arricchivano la biblioteca personale della regina. Decorati con splendide miniature, erano piccoli volumi di carattere devozionale che permettevano ai laici di praticare in privato una sorta di Ufficio delle Ore come quello celebrato dagli ordini monastici.
(La storia continua sotto)
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Riferendosi direttamente al più prezioso di questi codici Da Col e i suoi musicisti hanno presentato un programma che ricostruisce un calendario liturgico in musica, scandito dalle principali preghiere predilette dalla sovrana spagnola e dai loro adattamenti polifonici ad opera di più grandi maestri dell'epoca. Ascoltare questo disco significa scavalcare i confini del tempo e dello spazio, entrare in una profonda dimensione spirituale ed estetica, come se si fosse a fianco della regina mentre prega nella sua stanza, in una tenda nei campi di battaglia, sotto le volte di una cattedrale.
Jean Dumont, "La regina diffamata", a cura di Vittorio Messori, pp.192, edizioni Sei, 13 euro.
José Maria Zavala, "Isabel intima", pp.352, edizioni Planeta, 20 euro
"Un Libro de Horas de Isabel Catolica", cd pubblicato da Bongiovanni e distribuito da Jupiter
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