Città del Vaticano , 20 October, 2018 / 5:00 PM
C’è anche la proposta di includere nel documento finale una sezione apposita sulla questione dei cattolici con attrazione per persone dello stesso sesso o disforia di genere, tra le proposte dei Circoli di lingua inglese per la terza parte del documento finale del Sinodo sui giovani.
In generale, i quattro circoli si sono concentrati su idee concrete, soprattutto sul piano pastorale, che vanno dalla necessità di mettere Gesù al centro ad una rinnovata attenzione per la liturgia, fino al tema della pastorale digitale, che è stato anche un centro di discussione.
Il tema della pastorale per i giovani con attrazione omosessuale viene presentato dal gruppo Anglicus B, come una sezione che affronti l’accompagnamento pastorale di quanti hanno tendenze omosessuali che “segua le linee di sezioni rilevanti del catechismo della Chiesa Cattolica”. Sarà un tema che farà discutere, come ha fatto discutere l’inclusione dell’acronimo “LGBT” nell’instrumentum laboris. Da notare che nessuno dei circoli minori ha mai usato questo acronimo.
Mentre si è parlato anche di sessualità, chiedendo di riaffermare l’insegnamento della Chiesa sul tema, bellissimo, sebbene impegnativo.
Ma andiamo con ordine. Il Circolo Anglicus A è moderato dal Cardinale Oswald Gracias, e il relatore è l’arcivescovo Eamon Martin. Ci tiene a sottolineare che il Sinodo non finisce, e comincia una fase nuova, perché le esperienze del Sinodo vengono portate a casa.
La metodologia è quella del “Riconoscere”, “interpretare” e “Scegliere”.
Tra le proposte del gruppo, quella di fornire “risorse pratiche e una guida per genitori e nonni” come “primi insegnanti dei giovani”, e per la famiglia come “piccola Chiesa e scuola di amore e umanità”.
Quindi, il Circolo propone di rinnovare l’incoraggiamento a scuole cattoliche e università, e affronta anche il tema delle cappellanie, il cui insegnamento deve essere “vibrante”. Non è il solo circolo a concentrarsi sulla realtà dei cappellani, fondamentale in molti contesti.
Per quanto riguarda la formazione, si richiede un maggiore coinvolgimento di donne, famiglie e giovani leader laici nella formazione dei seminari, ma anche di avviare opportunità organizzate per i giovani perché si connettano con i loro pari e altri in pellegrinaggi, riunioni ed eventi di pietà popolare, e di sviluppare maggiormente sussidi di catechismo per i giovani, manifestazioni varie, anche artistiche: in pratica, senza mai citarli, si chiede di sviluppare maggiormente gli oratori.
È emerso anche il tema della liturgia, che va curata. Ma la questione – scrivono i membri del Circolo – è che “i giovani non sono solo l’oggetto della nostra evangelizzazione e ministero pastorale”, ma sono anche “agenti di evangelizzazione tra loro e in tutta la Chiesa”, e per questo “con una propria formazione e accompagnamento, i nostri giovani possono essere discepoli missionari che portano la luce della fede ai loro pari, e anche a quelli che sono lontani dalla Chiesa”.
Certo, c’è il tema della sessualità, e il gruppo ha presentato una modifica all’instrumentum laboris perché sia presentata “la bellissima, sebbene impegnativa, visione, insegnamento e antropologia del corpo, la sessualità, l’amore e la vita, il matrimonio e la castità”.
Come detto, il Circolo Anglicus B ha presentato il tema dei giovani con tendenze omosessuali. Ma non sono: moderato dal Cardinale Blase Cupich, con relatore il vescovo Mark Stuart Edwards, il gruppo ha chiesto di focalizzare la terza pearte del nuovo documento sulle domande “Chi siamo, cosa dobbiamo fare, a chi siamo inviati e quali sono le nostre priorità”.
Ha poi fornito una serie di suggerimenti sui luoghi di pastorale da sviluppare nel documento: dalle cappellanie (se ne dovrebbe rafforzare la spiegazione del loro ruolo) alla formazione dei seminari (con più esperienze di comunità); dalla richiesta di una sezione dei giovani ministri alla richiesta di ampliare il tema della guerra e dei suoi effetti, “alla luce di quanto sentito nell’aula” – particolarmente toccante la testimonianza del giovane iracheno.
I temi delle migrazioni e delle persecuzioni religiose vanno trattati in maniera più estensiva, secondo i membri del gruppo. E in particolare si chiede di sottolineare l’importanza del sacramento della confermazione e del suo ruolo. E poi, ci sono anche proposte sull’evangelizzazione digitale, sull’amicizia, sull’impegno politico – che è stato il tema dell’intervento del Cardinale Pietro Parolin al Sinodo – e sui giovani con disabilità.
Il gruppo Anglicus C (moderatore: cardinale Joseph Coutts; relatore: Vescovo Thomas Dowd) ha invece fatto molte proposte pratiche, ma partendo da un presupposto: che lo stesso Gesù è “il paradigma di azione globale”, e quindi il documento finale dovrebbe mettere Gesù al centro, in quanto “protagonista della salvezza”. E, dato che la personale esperienza con Gesù è per molti mediata dalla Chiesa, c’è bisogno che la Chiesa non dia scandalo, che si purifichino alcuni approcci, e che la Chiesa si riformi in modo che “sia davvero un ambiente sicuro e degno di fiducia” per tutti.
Le richieste sono varie: dai mezzi di buon governo per fare appunto le istituzioni degne di fiducia al miglioramento della liturgia, includendo in queste anche i disabili; dalla volontà di sviluppare la speranza per le vocazioni matrimoniali a quella di “connettere la vocazione alla nazione del lavoro, perché in molti cercano lì la loro vocazione”.
I temi da sviluppare sono vari, includono la cura del creato, i migranti, il traffico di esseri umani, le consulenze per quanti sono feriti, l’aiuto ai malati e quanti sono in carcere l’assistenza alle famiglie. In pratica, si propone una Chiesa presente in ogni ambito, per essere da modello ai giovani.
Il gruppo Anglicus D, infine, propone ancora una volta il modello dei discepoli di Emmaus come linea guida. Moderato dal Cardinale Daniel Di Nardo, relatore il vescovo Robert Barron, i membri del circolo hanno detto che dalle loro conversazioni è diventato evidente che “i giovani cercano santità di vita e desiderano un aiuto pratico per percorrere la via della santità”, quindi ci vuole una sezione sulle virtù nel documento.
Si chiede anche qui un maggiore sviluppo del tema della liturgia, uno sull’evangelizzazione digitale, e la necessità comunque di evangelizzare con amore, considerando che “l’amore autentico non esclude la chiamata alla conversione, al cambiamento di vita”.
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